La montagna ha partorito il…

Non so, davvero. Aspetto di assaggiare i vini prima di esprimermi pienamente. Ma da una stirpe di imprenditori come gli Alessi, grandi del design contemporaneo, mi sarei aspettato altro. A partire dal nome. A partire dalle scelte.

La storia è nota: molti anni fa si è diffusa la voce che Alberto Alessi aveva deciso d’investire nel vino (anche lui?). Una grande tenuta sul Lago d’Orta. Da allora le voci si sono sprecate: chi diceva una cosa, chi ne diceva un’altra… sembrava quasi una leggenda metropolitana. Oppure il capriccio di chi il vino se lo fa per sé e per gli amici. Invece…

Invece leggo sull’opuscolo de Le Stelle del Lago, serata enogastronomica al top il 21 ottobre pv, che i vini Alessi saranno in degustazione. Grande! Finalmente si possono assaggiare… Però…

Però che nome è Cascina Eugenia 1641? Sì, lo leggiamo che nel “catasto teresiano del 1723” l’azienda era segnata come “Cascina detta Eugenia”, ma il nome sembra frutto di storie e di pensieri diversi dal gioco, dall’ironia alessiana, dall’eleganza delle parole-forma… Bah!?

Poi leggiamo che le uve sono prodotte con i “criteri della biodinamica” (avranno anche le vacche? Usano i cavalli per lavorare il vigneto? Seguono il calendario astrale? Fanno riti particolari?), che durante la serata saranno presentate “diverse annate del loro spumante, pinot noir, chardonnay, vino proveniente da uve stramature e grappa di Pettenasco” (la distilleranno altrove credo ndr).

Anche se il nome e le scelte non ci appaiono poi così originali (ma lo debbono poi essere? Magari hanno ragione loro), anzi anche un po’ manierate (oggi va di moda il biodinamico, lo spumante è “nobile” etc etc), aspettiamo ancora con ansia di assaggiare i vini.

Per ora solo dei nomi: la Cascina Eugenia 1641 è di Laura Pessina ed Alberto Alessi, l’enologo è Monica Rossetti, il progetto vitivinicolo è di Jacques Mell e l’ispirazione a produrre vini sul Lago d’Orta è venuta nel 2001 su incoraggiamento di Luigi Veronelli.

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One thought on “La montagna ha partorito il…

  1. Mi permetto di fare un commento dopo un lungo periodo di astinenza dal tuo Blog : il fatto che un imprenditore del calibro degli Alessi abbia deciso di intraprendere la strada della viticoltura nelle ns zone deve solo da inorgoglirci significa che anche le ns sponde lacustri nn sono solo vocate per turismo della terza eta’ o congressuale ma sono anche adatte , come il sottoscritto a sempre sostenuto , anche per un turismo di tipo enogastronomico , vogliamo qualche esempio con cui poterci paragonare ?? L’ alta Lombardia che presenta un territorio angusto tanto quanto il nostro , produce da anni vini riconosciuti in tutto il mondo per il loro valore ( Inferno e Sassella per citare i piu’ conosciuti ) , certo la loro cultura in tal senso parte da lontano , con investimenti e scelte che ora ai giorni nostri portano a risultati importanti , per quanto riguarda invece la parte gastronomica i Pizzoccheri e la Bresaola della Valtellina nn hanno bisogno di ulteriori presentazioni .
    Quindi la domanda sorge spontanea , perche’ il nostro territorio nn dovrebbe essere in grado di produrre qualcosa che e’ tipico dei ns luoghi ? Alcuni piccoli esempi li abbiamo , ma sono ancora poca cosa e soprattutto perche’ non vengono incentivate queste scelte ?
    Siamo stati per anni a rincorrere la Chimica portando sul ns suolo una Fabbrica ( Montedison ) che a distanza di qualche decennio si e’ rivelata un fallimento sotto ogni profilo , perche’ allora non cambiare vocazione e passare appunto alla coltivazione della terra .
    E poi cerchiamo di non essere troppo severi nei giudizi quando saremo in grado di poter assaggiare questi vini perche’ sono certo anche le Cantine oggi piu’ blasonate all’inizio hanno zoppicato prima di essere poi apprezzate .

    Salute a tutti

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