Il Secco di Ginetto (frizzante)

Con molta curiosità dei miei studenti, ho comprato una lattina di vino in Austria: autogrill vicino alla frontiera ungherese; poco meno di tre euro per un quintino di vino leggero (10°): Frizzante Il Secco di Ginetto, produzione austriaca (“Abgefullt in Osterreich”). Un’imitazione del prosecco, a cui fa il verso fonetico dell’assonanza: “prosecco… il secco di Ginetto” e chissà se in tedesco l’assonanza è ancora migliore.
Avrebbero voluto assaggiarlo tutti, per poter dire ciò che in cuor loro sapevano già: che era di cattiva qualità! E lo era davvero: niente profumi, freschezza esacerbata, niente sapori, erbaceo… Mah!?
Però i miei allievi si sbagliavano, perché il loro disappunto era soprattutto riservato al contenitore, come se fosse la lattina a determinare la qualità del/di un vino. Invece, il contenitore poco comporta: un vino buono è buono dentro a qualsiasi “vaso vinario”. Certo, ha ragione in gran parte il Poeta quando parla di “virtù che non luce in disadorno ammanto”; ma io ho aperto la lattina e ho versato il vino in un bel bicchiere da degustazione e l’ho fatto assaggiare ad un amico, senza dirgli niente. Ma non è migliorato…

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