Il mito del cavatappi perfetto

Il mito del cavatappi perfetto ritorna a casa mia con le parole e il veloce agire di Paolo. Me ne parla ad una cena, a me e a Fulvio; l’indomani mattina è già nelle mie mani (di Fulvio non so). Si tratta del perBacco, design di Alberto Opalio, prodotto dalla TN Casalinghi di Pettenasco (no). Come potete vedere dalla foto fatta da Aris (grazie!), si tratta di un curioso strumento, a prova d’imbranati: si inanella il collo della bottiglia, poi si appoggia la spirale sul tappo decapsulato (con il coltello, direi, alla vecchia maniera) e si fa girare, senso orario. La spirale entra, non perfora del tutto il tappo, che intanto –magicamente- esce. Fatto. Io ci ho aperto un Barbera del Monferrato doc Capretto, azienda di Grazzano Badoglio, vigneto Quarino, del 2007, 12°. Tappo in plastica. È uscito che era una meraviglia. Il vino come era? Buono. Al naso ricordava una forse ciliegia, forse amarena, forse lamponi. In bocca era morbido, quasi abboccato, fresco sul finale: “piacevole, non male” ho scritto sulle mie note. Fin troppo morbido. E il cavatappi “perfetto”? Forse un po’ troppo pesante: perché non farne qualche pezzo in plastica? Un bell’oggetto, comunque, financo razionale e tutto prodotto in Italia… Già una rarità… Ci aprirò tante bottiglie.

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One thought on “Il mito del cavatappi perfetto

  1. Mi dimenticavo di dire, che il cavatappi in questione sarà presentato ad amici e curiosi giovedì 30 ottobre a Pettenasco. Si apriranno tante bottiglie, ovvio…

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