Ieri sera una signora del mio corso all’UNI3 di Verbania ha chiesto come scegliere il vino per le feste. Domanda difficile senza sapere il menù e senza conoscere gli ospiti. Gli ho consigliato di percorrere due strade: 1) scegliere vini mediani, cioè né troppo costosi né troppo caratterizzanti (troppo strutturati o troppo leggeri). Questo perché il costo potrebbe mettere in imbarazzo gli ospiti (pretenderanno vini così costosi quando verranno a cena da noi? Chi si credono di essere? etc etc) e poi servire un amarone, un barolo, un brunello o di contro un lambrusco amabile di Modena, un trebbiano di Romagna… potrebbe davvero stonare con le portate in tavola; 2) oppure di scegliere qualche vino “sorpresa”, cioè che desti l’attenzione degli ospiti che si disinteressino così degli abbinamenti. Meglio, poi, in tal caso si portino a tavola due bottiglie o più di diverso genere, bianco rosso rosato, così che si possa scegliere e provare… l’abbinamento non sarà importante. Per esempio, in Piemonte, un po’ di sorpresa la potrebbero provocare il ruché, il timorasso, il pelaverga, la vespolina…
Io a Natale, senza sapere il menù, porterò a tavola quattro vini: uno spumante secco, un bianco fermo, un rosso non troppo strutturato e un vino dolce. Il primo e l’ultimo li servirò all’inizio e alla fine del pranzo. Gli altri due li metterò a tavola insieme. Nessun vino famoso (o meglio troppo famoso) e neppure troppo costoso, ma certo buoni.