Ai Dodici piace rosato…

Mentre guardavo una tavola di Gaudenzio Ferrari in mostra a Varallo Sesia, pensavo che sulla tavola, su quella tavola non c’è vino, ma acqua. Acqua in belle bottiglie trasparenti, acqua che nel bicchiere ha però un bel colore rosato. Potenza divina, credo: dall’acqua in vino. Un bel rosato per l’ultima cena e per accompagnare pesci da fondale (barbi) e carni di capra, come sembrerebbe dimostrare l’alzata in centro. Un’ambiguità abbinativa che il rosato ha: vale per le carni e vale per i pesci; né carne né pesce direbbe qualcuno.

Particolare Tavola di Gaudenzio Ferrari

E sia il rosato per l’Ultima Cena di Gaudenzio Ferrari; anche se qualcuno potrebbe obiettare che il rosa non è che una variante del rosso e solo da alcuni decenni noi li distinguiamo. Dunque sulla tavola c’è vino rosso, almeno nelle intenzioni del pittore; poi altri potrebbero obiettare che il pittore non ha mai intenti realistici ma semmai simboli ed estetici: se il rosso cupo stava male sulla tavola con gli altri colori, il pittore non lo usava. Non è una questione di realismo, dunque.

Forse è vero, ma un’Ultima Cena con il rosé m’incuriosisce. L’ultimo rosato che ho bevuto è il nebbiolo spumantizzato di Ca’ Nova a Bogogno: buono. Spero non sia l’ultima volta, lo vorrei riassaggiare!

E la Mostra? Io ho visto solo la parte a Varallo Sesia e debbo dire che merita. Poi andrò a Vercelli e a Novara. La visita a Varallo merita anche perché la pinacoteca è un tesoretto poco conosciuto; e poi quei due Davide di Tanzio da Varallo da soli valgono la visita. Loro, però, li abbinerei a dei rosati con mille bollicine: hanno sguardi elettrici, capelli indomati, faccia da adolescenti e corpo da uomini… né carne né pesce, come un vino rosato.

Visite: 966

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *