Sesso, e tanto…

Sesso, e tanto…

Sesso e tanto, proprio dove non te lo aspettavi. Prima della fine dell’anno scolastico, Rosario mi presta un libro che usa per le sue lezioni di alimentazione. Si tratta di “A pranzo nella storia” di Luciano Sterpellone, noto divulgatore e medico. Un libro interessante che affronta la storia di tanti, singoli, alimenti: dall’Aglio alle Banane, dai Datteri ai Formaggi, dall’Olio alla Patata, dalle Uova alla Vaniglia e via dicendo… Ogni voce viene sviluppata in maniera quasi uniforme: storia, credenze farmacologiche, attualità. Per alcuni alimenti c’è moltissimo da dire, vedi per esempio, il Caffè; per altri, invece, meno. Vedi, sempre per esempio, l’Ananas. S i dà per scontato che Sterpellone sia un luminare dell’argomento perché non mette una nota, neppure una citazione… si crede a lui e basta. Roba da internet, direi… e da divulgazione popolare, aggiungo…

A_pranzo_con_la_storia_I_nostri_cibi_dagli_Assiri_al_fast_food-thumbEcco, mi ha colpito infatti che fra le righe, qua e là, facesse capolino sempre il sesso. O meglio, le presunte qualità afrodisiache o allusive di alcuni degli alimenti trattati. Quasi un marchio di fabbrica dello scrittore. Un po’ come nei film americani “da cassetta”: un pizzico di giallo, un po’ di mistero e, ovviamente, un poco di amore-sesso (dipende dal regista quale dei due elementi prevale. Ma poi deve prevalere?). Mi sono così divertito a segnare i riferimenti al sesso e ne è venuto fuori un itinerario di banalità già note, ma anche di inaspettate credenze e di riferimenti letterari e storici.

Lo sapevo dell’Aglio la cui “proprietà afrodisiaca da tutti attribuitagli sin dai tempi più remoti (i moderni chimici la ascrivono all’abbondante contenuto in solfuro di allile)…”. Quasi un contrappasso, visto “il suo caratteristico odore pungente” poco adatto a baci ed effusioni. Mi sfuggiva però il Pomodoro che “tra il XVI e il XVII secolo… verrà largamente impiegato dagli alchimisti come ingrediente di pozioni e filtri d’amore; lo testimoniano i molti nomi che gli verranno dati: love apple in inglese, pomme d’amour in francese, Liebesapfel in tedesco. Non diversamente, i siciliani lo chiameranno puma d’amurri”. Banale il Peperoncino, ancora oggi venduto per tale, ed usato da “Monctezuma, l’ultimo imperatore inca, che mentre era prigioniero di Cortès trascorreva il suo tempo con le concubine mangiando pietanze condite con peperoncino rosso”. Meglio per lui, poi sarebbe stato ucciso. Inaspettati gli Asparagi che “dal Medioevo in poi gli asparagi trovarono largo impiego sia nella medicina popolare sia in quella ufficiale proprio per la sua potente azione afrodisiaca che veniva loro ascritta: essi comparivano quindi regolarmente in ogni “manuale d’amore” e in ogni ricetta medica contro le “debolezze” sessuali”. Già detto da molti del Cacao (con la derivazione oggi più nota del Cioccolato) che “l’imperatore Monctezuma (ancora lui! Ndr) offrì in splendide coppe di “oro puro” la bevanda ai Conquistadores come gesto di accoglienza e di amicizia, esse la bevvero tutto di un fiato perché ciò dava l’avvio alle feste e alle orge in loro onore. Ma la trovarono piuttosto disgustosa, “più adatta a essere gettata ai maiali che consumata dagli uomini” (senza fonte ndr). E cosa ne sapevate della Cannella? O del Cavolo? O del Caffè? (oh, sì di questo qualcosa si sospettava!)… e per poi continuare con il Pepe, l’Avocado, i Distillati, il Miele e via almanaccando…

Nel capitolo dedicato alla Banane si affronta la assai nota analogia fra frutto e sesso maschile, ricordando che “intorno agli anni Trenta la più incisiva propaganda alla diffusione delle banane fu fatta dalla show-girl mulatta Josephine Baker, che sui palcoscenici dei “tabarin” di Parigi compariva alla ribalta con un gonnellino tutto di banane, cantando un insulso ma allusivo ritornello. “Mi piacciono le banane perché non hanno ossa”… Ah ah ah, sì non hanno ossa… Diavolo di uno Sterpellone…

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