Come Si Scrive Una Recensione (6)
Cominciamo a scrivere. Mettiamoci nei panni dei lettori, in primo luogo. Cosa deve sapere il lettore? Cose utili direi
Blog di Riccardo Milan: pensieri, vino, cibo, riflessioni, film, letteratura ed attualità gastronomica fra il Lago d'Orta e un poco di mondo.
Cominciamo a scrivere. Mettiamoci nei panni dei lettori, in primo luogo. Cosa deve sapere il lettore? Cose utili direi
Incominciamo a scrivere una recensione (pagati, mi raccomando). In primo luogo che obiettivo abbiamo? Fornire un servizio, rinsaldare dei rapporti di forza, compiacere i lettori…
Non so, ma un milione di turisti all’anno non son pochi e poi, per continuare la polemica precedente, è proprio sicuro che in un’area così turistica si mangi male? Bah!? Non credo proprio.
Purtroppo, la morte dei miei ha ucciso il pranzo della domenica. E quando vado a pranzo da qualcuno dei parenti, le cose sono più semplici: una sola portata, forse un dolce, meglio un antipasto…
Io non sono tenero con i ristoratori e gli albergatori: troppo lavoro e paga bassa. Questo è il problema numero uno. E questo spiega in gran parte la natura dei problemi dell’oggi: poco personale e poco ricambio. Però non è tutta colpa loro…
Che dire? Leggete questo articolo e vedete voi con chi abbiamo a che fare. Da parte mia, fino a prova contraria mi asterrò dal giallo.
L’unica cosa bella che ci ha lasciato il covid, almeno ad Omegna, è il servizio di portineria in ospedale: dove va? vada al terzo piano, prenda un numero e aspetti… insomma, in pochi secondi sei informato, guidato, accompagnato
Lo stato sociale ha dei meriti, ma anche dei demeriti. Il maggiore dei quali è l’appiattimento delle diversità umane: se bevi, se giochi d’azzardo, se ti droghi, se non ami il denaro, se non risparmi… c’è un sert o un ufficio che pensa o dovrebbe pensare a te.
“Esce il nuovo libro del critico gastronomico “mascherato”, che occulta il suo volto per essere libero di giudicare i ristoranti (e la ristorazione). Un viaggio dietro le quinte di un settore che sembra luminosissimo, ma nasconde più di una magagna: dalla malavita agli chef stellati in rosso, dallo sfruttamento del lavoro ai giornalisti marchettari. E come al solito farà parecchio discutere” (Rolling Stones)
Di lui me ne aveva parlato in termini poco lusinghieri il fu farmacista di Omegna, persona intelligente ancorché tenacemente democristiana. Una bella persona, lo ricordo volentieri, ma bella persona è anche don Sergio Chiesa che fu parroco massimalista (e fazioso, secondo il primo) negli anni Settanta a Crusinallo (di lui si ricorda la vendita dell’inutilizzato organo della chiesa), molto impegnato nel sociale.
Una buona idea: non puoi sentirti sicuro, solo, neppure in bagno. Un esempio chiaro di controllo sociale estremo.
Secondo Street View di Google al civico 2 di via Vanchiglia a Torino c’è un autorimessa, triste epilogo per il luogo che è stato la sede dell’unico ristorante futurista d’Italia: la Taverna del Santopalato.
Scuola dedicata alla valorizzazione del patrimonio culturale e al rilancio del turismo, nonchè alla riscoperta dell’identità del territorio attraverso il cibo come veicolo di conoscenza.