Dentro l’Acqua Dolce
Cosa scrivere di un’iniziativa che è tutta interessante? Nulla di completo, solo frammenti; rimandando alla mini guida che potete trovare, scaricare, condividere.
Blog di Riccardo Milan: pensieri, vino, cibo, riflessioni, film, letteratura ed attualità gastronomica fra il Lago d'Orta e un poco di mondo.
Cosa scrivere di un’iniziativa che è tutta interessante? Nulla di completo, solo frammenti; rimandando alla mini guida che potete trovare, scaricare, condividere.
Io l’ho letto per lungo e per largo, ma di Villa Crespi e del suo chef patron neppure una traccia. Leggete anche voi, magari mi è scappato qualcosa. Nelle varie classifiche, qualche traccia c’è, ma nulla di importante davvero. Fine di un mito? Ripicche fra gourmet? Boh!? Intanto onore a chi c’è e poi ognuno si dia delle risposte…
Da assaggiare entrambi, direi. Anche se questa stagione non è stata delle migliori e i costi sono alti. Ma meno male che esiste il mercato aperto e ne possiamo assaggiare altri, di altre zone d’Italia e d’Europa.
Nello stesso giorno sono morti due omegnesi, due figure omegnesi che molti conoscevano. Due persone diverse e per certi aspetti simili: non sempre simpatici
Esempio mirabile di come un vitigno tradizionale, anche un po’ negletto, può essere trasformato in altro. Buono.
Parcheggio e cammino su una superficie puntellata da gusci di noce vuoti e secchi. Prima di arrancare sui gradini scivolosi in sassi tondi, mi guardo intorno alla ricerca del noce. Ma non l’ho mai trovato.
Si tratta di un locale otto-novecentesco, rimasto in gran parte tale (il bancone del bar, i vetri artistici, i quadri -pregevoli- nel salottino…). In più nuove strutture di cucina, attrezzature moderne volute da Massimiliano Celeste che ne ha curato e ne cura il rinnovamento e la gestione
Ci sarò anch’io a Che Bolle a Castelletto, in quel grande bar un po’ vegetariano e un po’ biologico che si vede fin dalla strada. Io sarò lì a presentare i vini de La Camelia d’Oro
Entrambi emuli di Piero Chiara ed entrambi come lui autori di una prosa leggera e gradevole. Manca del maestro una visione universale, quasi esistenziale e prevale il frammento, la pennellata, il raccontato in un bar…
Vino o scheletrino? Ma che fare del mio bottino? Se un bicchierino non regalerò cadaverino presto diventerò
Sabato scorso al Sapeg un signore anziano con cui avevo parlato di vino il pomeriggio precedente, mi ha portato in regalo una bottiglia di vino, vuota. Un bottiglione, in realtà. Un bottiglione americano che lui custodiva da “trent’anni”. Testimonianza di un’antica inciviltà enoica americana.
Si trova in pieno centro, in area pedonale. Davanti ha il Duomo e dietro l’omonimo, tristellato ristorante di cui è una dependance.