VV1: “Remo Rewind”

Vinitaly e Verona. A Verona ci vado tutti gli anni. Per il Vinitaly. Uno, due o tre giorni. Non di più: troppe degustazioni, troppi stimoli. Troppo materiale su cui scrivere. Troppe serate a cena. Troppo… Anni fa, un mio amico: Dennis, ebbe un infartino, appena tornato a casa. Io faccio le corna. E mi riempio di buoni propositi: assaggiare poco, non guidare, camminare molto, bere molta acqua…

Ma a Verona ci devo andare ogni anno, anche per incontrare amici di tutt’Italia. Amici che mi parlano di altri amici, che mi presentano nuovi amici; che mi fanno assaggiare nuovi vini; che mi propongono viaggi, degustazioni… Emozionante. Non so cosa dire d’altro.

A Verona, per esempio, ho rivisto Remo, grande enologo, ottimo degustatore, caro amico. Dopo alcuni anni di traversie, è tornato in piena attività ed è consulente di alcune aziende. Di cui mi ha fatto assaggiare i vini. Ovviamente.

In primo luogo mi ha proposto alcuni vini di un’azienda lombarda, dell’Oltrepò: la Conte Vistarino Tenuta di Rocca de’ Giorgi (www.contevistarino.it). Una famiglia di antiche origini che ha comprato la tenuta di un’antichissima schiatta nobiliare, i Giorgi, che oggi vivono solo nella topomastica e nei libri (è già qualcosa). Lo stile della brochure aziendale è un po’ scontato: vigneti (ne hanno 160 in produzione e 33 in divenire per reimpianti), villa di famiglia nonché sede dell’azienda (veramente bella e con centinaia di ettari di bosco e di prato: fra vigne e terreni si parla di 800 ettari. Venticinque chilometri di strade sterrate); loro, stile signori di campagna, fotografati coi bicchieri in mano, fuori e dentro la villa di famiglia. Uno stile noblesse che credo faccia impazzire gli stranieri. A me suona un po’ ripetitivo.

I vini, però, sono buoni. Nulla da dire. Mi hanno fatto assaggiare un pinot nero provincia di pavia igt Cascina San Silvestro, vinificato in bianco, annata 2006, 12,5°. Buoni profumi, dolci, che ricordano la frutta matura, dalla polpa bianca: pesche, meloni… Un po’ di agrumi, tipo lime… Fiori, biancospino. Buoni. In bocca subito dolce, la glicerina, un po’ sapido, buona acidità.

Secondo vino: pinot nero oltrepò pavese doc, Vigna del castello. Annata 2005, vino frizzante (“vivace” viene definito sull’etichetta) con 12°. I profumi sono meno suadenti del precedente. Prevalgono i profumi di fiori e di agrumi. In bocca è reso più morbido dal residuo zuccherino, comunque asciutto, con acidità ben presente. Un classico dell’Oltrepò.

Terzo vino: il pinot nero oltrepò pavese doc Fornasé, rosato. Ottenuto da una breve macerazione, di 36 ore, frizzante. Dodici gradi alcolici. Sa di frutta rossa, ciliegia. In bocca è morbido, dolce, poi si fa strada la freschezza.

Quarto vino: un passito igt ottenuto da uve riesling renano, 13°, 105 grami zucchero per litro, 19° totali se svolto. Ottenuto da uve surmature e poi fatte appassire, tenute in barrique di secondo passaggio per due anni. Sa di spezie e di legno, vaniglia in primis; fine ed elegante. In bocca è dolce ma con una buona acidità che lo rende più facile da bere. Più un passito da formaggio, direi, che da dolce. Si può provare anche con la biscotteria e le torte della mamma. Col papà, intanto, asciugate la bottiglia.

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