Vino comune: un euro

Vino comune: un euro

Ecco la scena: Luigi ed io seduti a bere un aperitivo al chiosco della spiaggia. Sole, caldo, torso nudo, costumi, abbronzature, desiderio di fresco… io ordino uno “spritz” senz’Aperol (soda, ghiaccio e prosecco) e lui, si gira verso di me, e mi fa una domanda a brucio: “ma cosa è il “vino comune”, bianco, da un euro al bicchiere?”.

Tentenno e poi rispondo: “secondo me si tratta di un vino modesto nei profumi, spesso miscela di vini, spesso addizionato con gas; in bocca è asprigno, fin troppo fresco, poco equilibrato, poco corposo, poco suadente come direbbe Luca”. In Veneto, azzardo, “sarà uno dei tanti vini bianchi che producono in regione”. La versione rossa (c’era anche quella) “sarà un merlot mescolato ad un cabernet, un vino modesto nei profumi, poco gustoso, poco corposo, poco equilibrato, spesso con note di amaro sul finale”.

Azzeccato! Il vino bianco era probabilmente un tocai: ma pochi profumi, sgraziato in bocca, leggerino… ma nel complesso bevibile, magari ben freddo. O tagliato con l’acqua minerale, come ho fatto io. L’acqua lo ha ammorbidito e lui le ha donato una nota di freschezza che disseta solo a pensarci… Ah, il mare!

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