Diciottesimo Vino dell’Avvento

Poi nella mia casella di posta trovo oggi l'ultimo numero de “La Madia” con un titolo di quelli “da guerra”: “Il futuro del vino è rosé”. Sembra vero solo in parte, ma vero. E il giovane Edoardo Patrone se ne è accorto velocemente, visto che è uno che ha studiato ed è un entusiasta. Tante coincidenze sembrano una magia

Il diciottesimo vino dell’Avvento è un rosato capitato “per destino”. Si tratta del rosato ossolano Basin di Edoardo Patrone, metodo charmat. Mi è stato regalato da “La Voce di Novara”, ed è già una cosa strana (novaresi ed Ossola insieme). Mi è arrivato il giorno dopo in cui ho letto un interessante estratto sulla viticultura ossolana di 50 anni fa. Sono tanti anni, ma ciò che oggi c’è rispetto ad allora è un passaggio anche maggiore: allora producevano poco e male dei privati; oggi, in Ossola producono ancora poco ma molto meglio dei piccoli, e sempre in crescita, imprenditori locali; allora solo vini rossi, da invecchiamento; oggi anche bianchi, rossi giovani, passiti, rosati e spumanti, Magari rosati come questo. Poi nella mia casella di posta trovo oggi l’ultimo numero de “La Madia” con un titolo di quelli “da guerra”: “Il futuro del vino è rosé”. Sembra vero solo in parte, ma vero. E il giovane Edoardo Patrone se ne è accorto velocemente, visto che è uno che ha studiato ed è un entusiasta. Tante coincidenze sembrano una magia. Un po’ come quel gatto claudicante che si siede sulla poltrona che fu di mio padre, claudicante. Coincidenze? Non so, a volte mi piacerebbe pensarla come Montale.

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