Uva Rara

Uva Rara

La chiamano così ma non lo è. Semmai è “confusa”. L’Uva Rara, infatti, si trova in molte aree del Piemonte e della Lombardia, ben diffusa. Per cui non “Rara”, ma piuttosto “Confusa”, perché oberata di sinonimi e omografie. Nel novarese, nel vercellese e nel pavese è chiamata localmente “Bonarda”. Da non confondere però con la Bonarda Piemontese, in realtà Croatina. Quest’ultimo vitigno, poi, crea ulteriore confusione, perché, nonostante sia un vitigno a sé stante dell’Oltrepò pavese e del Colli Piacentini (e di alcune aree del Piemonte, come nel caso della doc Cisterna d’Asti), spesso viene indicato come “Uva Rara”! Un po’ di caos linguistico, dunque!

Un caos che si abbina bene alla difficoltà di catalogare il vino prodotto dall’Uva Rara: in generale fruttato, fresco, da bere giovane. Ma ogni tanto sorprendente. Ieri sera, per esempio, al Wine Festival di Pettenasco, ho assaggiato il Lea di Barbaglia (Cavallirio, Antico Borgo dei Cavalli, Colline Novaresi) e l’ho trovato speziato, fresco, sorprendente. Ed è piaciuto a tutti coloro ai quali l’ho fatto assaggiare. Un vino da scoprire!

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