Una bevuta con Trilussa

Una bevuta con Trilussa

Stasera sono sodale con Trilussa, poeta romanesco (ma esiste ancora la “romanità”?), che si affaccia sulla bottiglia di un buon Cannellino di Frascati docg Emidius di Cardarelli. Leggo infatti sull’etichetta un brano di una sua caustica ed esistenziale poesia: “E mentre er cannellino m’arriva ar gargarozzo/ rido co n’amico e ordino n’antro litrozzo./ La vista me se annebbia ma non la mia coscienza/ che se mette a riflettè sull’umana esistenza:/ a che serve sempre a corè pè tutte le raggioni/ se so quasi sempre rotture de…”. La rima fatela voi: io mi “sparo ner gargarozzo ‘sto mezzo litrozzo di cannellino”. E medito la poesia amara del romano, bevendo buon vino. Quasi un ossimoro, come si dice in poesia.

trilussa

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