Un foodies assai gourmand e poco gourmet, ma assai winelover

Un foodies assai gourmand e poco gourmet, ma assai winelover

La cultura italiana  è intrisa di amore: amore spirituale, amore avventuroso, amore carnale, amore coniugale, maledetto, filiale… un inestricabile bouquet in cui la lingua italiana fa fatica a distinguere i singoli aspetti e ti devi aiutare con ulteriori specifiche. Tutto è infatti amore, ma di che tipo?

Io, per esempio, ho scoperto da poco di essere un “winelover”, letteralmente, un amante del vino. Ma che tipo di amante, di amore? Quello coniugale di mio padre che considerava il vino un alimento energetico e ne beveva tutti i giorni, a tavola, negli anni della sua intensa maturità? O quello isterico e passivo di Luk che comincia a bere la mattina per controllare il suo tremolio? O quello di Luis che si rifugia nel suo amore perché la vita è dura e fredda? O è un amore distaccato, come quello di Mirco che sorseggia quasi esclusivamente aperitivi? Non saprei… credo che nella testa di chi ha inventato la parola (sopravviverà?) ci siano persone che bevono con attenzione, ogni tanto eccedono ma sempre con consapevolezza, che gustano e non tracannano… Un “winelover” ideale, ma l’amore può essere tante cose: desiderio di sé, bisogno dell’altro, completamento razionale, sottomissione, piacere dei sensi, idealizzazione. Così fra uomini e fra uomini e vino. E la parola “amore”, anche se declinata in inglese non basta a spiegare una tal complessità di rapporti. Io preferisco infatti il francese che un po’ distingue e dunque mi considero un gourmand: amo, infatti, il buon vino e il buon cibo. Ma non sto troppo attento alla linea. E ogni tanto eccedo e a volte domino e a volte sono dominato, a volte accarezzo e a volte sono accarezzato, a volte la gola ha il sopravvento sulla testa…

No, non mi sento neppure un “foodies”, uno di quegli psicopatici che leggono, vedono, fotografano, assaggiano e -qualche volta- cucinano. “Grupie” di questa realtà folle in cui si parla sempre e si fa mai, in cui i cuochi sono maestri di vita ancorché degli onesti lavoratori… In cui il cibo è assurto dalla sua essenza di alto artigianato ad una pretesa artistica, per di più contemporanea. E dunque necessariamente creativo, sorprendente, sottile, a volte dai valori impalpabili, da idolatrare più che da godere…

 

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One thought on “Un foodies assai gourmand e poco gourmet, ma assai winelover

  1. Concordo con te riccardo , il termine winelover e’ quello che si definisce un termine assolutamente asettico ma non per questo non affascinante e coinvolgente come solo i termini anglosassoni possono essere .

    By mirco

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