Un Ciù che fa primavera
Confesso: quando li ho assaggiati la prima volta mi è venuto da ridere. Come è infatti possibile che vini così corposi, complessi, impegnativi, di “gran stoffa” come avrebbero detto un tempo… avessero un nome così cacofonico, quasi onomatopeico: “Ciù Ciù: mi sembra il suono che emette Titti, quando è sicuro dal gatto Silvestro.
Nome curioso, vini ben fatti che per anni non ho più rincontrato e poi… Poi è bastato un matrimonio a Premosello (Vb) e l’aperitivo in una vineria locale, L’Enoteca dell’Arco, per ritrovarne alcune bottiglie di Gotico Rosso Piceno Superiore doc. Buono. A casa, poi, prima di prendere sonno sfogliavo una rivista, “Food&Beverage” di giugno/luglio, e a pagina 8 si parlava di loro. Che coincidenza! Si dice che hanno proposto una selezione di vini in abbinamento alla cucina di Carlo Cracco… Immagino che sia stato un bell’abbinamento. Sarebbe bello provarlo con i loro vini. Magari senza aspettare un matrimonio(merce rara).