Sull’isola deserta il vino (rosso) batte la coca cola

Non male come notizia. Anche se della serie “chissenefrega”, è piacevole, carina. Una certa ditta, AstraRicerche, credo per farsi pubblicità, avrebbe intervistato mille italiani, chiedendo loro cosa si porterebbero su un’isola deserta, se fossero costretti a viverci da soli (bella forza, sennò si diceva un’attrice, Lora Croft, una selvaggia stile Sheena… e viceversa: un attore, Indiana Jones, un bel calciatore). Parte del campione avrebbe risposto che, esclusa l’acqua, avrebbe portato con sé del vino rosso (18%); solo l’11% ha scelto la Coca Cola. Difficile decifrare il dato: tradizione o evasione alcolica dalla solitudine (meglio, forse il rum, in questo caso: visti anche i precedenti…)? Non saprei. In abbinamento al vino rosso (ma non era meglio il bianco: su un’isola tropicale, freddo va giù che è un piacere! Sarà un’isola artica? Bho!); in abbinamento, dicevo, in primo luogo la pasta (E lo scolapasta? Non dimenticatelo senno è un casino!), poi il pane e i formaggi: parmigiano reggiano e grana padano in primis e poi provolone. Poi frutta e verdura. Ultimi la carne e il pesce (forse pensavano di trovarli là). Una curiosa classifica in cui entrano anche l’olio evo, i dolci con la cioccolata, i condimenti. E per passare il tempo fra uno spuntino e l’altro? Una bella lettura alla Bibbia (il libro più gettonato) o alla “Divina Commedia” o ai “Promessi Sposi”. Libri corposi, vini corposi! Ecco le ragioni della scelta…

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