Strane teorie sociologiche

Chissà perché dove c’è gente arriva altra gente? Mi sentirei di consigliarlo ai gestori dei bar: avete poco successo? Pagate qualcuno, invitate qualcuno, chiamate qualcuno che venga nel vostro locale a fare numero… arriverà qualcuno d’altro. Attirato da chissà cosa. Gente chiama gente, Non so perché. Forse c’è una teoria sociologica che lo spiega.

Cammino nella cantina/garage dell’Auditorium di Roma, banco d’assaggio organizzato da Luca, e cerco di avvicinarmi alle porzioni di tavolo libere per assaggiare qualche vino in tranquillità. Non ho meta. Guardo la gente disporsi a corona o meglio a piramide: la cima, una o due persone, a ridosso del tavolo, gli altri dietro.

Intercetto la porzione di tavolo della Tenuta Gorghi Tondi di cui tanto mi aveva parlato l’Innominabile. Azienda siciliana (tenutagorghitondi.it) di cui è notevole il passito di grillo botritizzato (sì, avete capito bene!). L’azienda è gestita da “due pantere”, come me le aveva descritte il di cui sopra. Belle donne, certo, per tutti; “pantere”, forse, per qualcuno. Mentre parlotto ed assaggio, arriva altra gente: prima una coppia, poi dei loro amici. Non che fossero interessati all’azienda: no, io ero lì che parlavo e loro -zac- si sono fermati e, piano piano, mi hanno spinto ai lati. Sono stato tagliato fuori dalle loro spalle, inesorabilmente spinto ai lati, davanti alle bottiglie della Tenuta dell’Abate (tenutadellabate.it). Meno male. Un giovanotto serioso mi ha accolto, transfuga, e mi ha fatto assaggiare quasi tutti i suoi vini: l’Inzolia 2007, 13°, molto fresco in bocca e dai profumi piacevoli; lo Chardonnay 2007, 13,5°, anch’esso di curiosa freschezza (per un vino siciliano), profumi di mela, un che di vegetale, di verde; il mix Vignonier e Grillo del 2007, 13,5°, era un vino con profumi di frutta cotta ed in bocca meno fresco degli altri due. Meno beverino dei primi due; poi ho assaggiato il Nero d’Avola del 2007, 13,5°, dai profumi di frutta rossa e spezie, piacevoli. In bocca è asciutto, giovane e meno potente di altri NdA; e ancora, il mix di Cabernet Sauvignon e Syrah del 2006, 14°, che ha fatto un poco di barrique. Un vino che al naso mi ricorda la frutta rossa e le spezie. Profumi pieni e dolci. In bocca, invece, è asciutto, allappante, anche un po’ amarognolo sul fondo. Sconcerta; infine, assaggio il suo passito –ancor più sconcertante- mix di Traminer e Sauvignon Blanc. Un vino dolce che profuma di mele cotogne cotte, di marmellata, di composta di mele cotogne. E in bocca è idem. Non male davvero. Da formaggi più che da dolci e poi non è molto alcolico… Mentre assaggio e parlo con questo giovane e impegnato produttore (che un poco, chissà perché, mi ha ricordato Antonio Gramsci. A cui –sia detto- non assomiglia affatto. Forse la serietà e l’impegno? Forse); ecco, mentre assaggio e parlo, il gruppo di prima mi spia e cerca di capire perché io sia lì così attento ad assaggiare. “Chissà cosa c’è?” avranno pensato. E così ricomincia il gioco: loro che si spostano e che mi mettono a lato, che mi tagliano fuori a colpi di gentili spallate. Cedo e ne approfitto per assaggiare almeno uno dei vini Gorghi Tondi.

Assaggio il Segreante, Sirah barriquato. Un buon vino potente del 2005 dai profumi pieni di frutta rossa, spezie, legno, tabacco. In bocca è corposo, allappante, ma alla fine un poco aspro ed amaro. Teniamolo ancora un poco in cantina. Torno alla prossima spallata!

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