Sgommate, masticate e schizzi vari

 

La nuova cucina affascina e repelle nel contempo. Mi piace infatti frequentare la chat on line di cuochi e sostenitori. Lì, oltre a scambiarsi consigli e foto di piatti, nascono nuove parole, a volte ironiche o addirittura sarcastiche, magari destinate a vivere poco: per pochi e per poco tempo. O forse per sempre.

Ieri ho letto che le decorazioni di alcuni piatti, tipo questi


sono da qualcuno ironicamente chiamate “sgommate”. Immagine interessante, ma per ora usata solo in senso negativo.

Ai tempi della pacojet mania ho sentito parlare di “cucina premasticata”, immagine terribile da malato terminale evocata dalle emulsioni; mentre le schiume da sifone venivano chiamate “bave”: altro termine difficile da digerire.

Guardate e ditemi se siete d’accordo con i detrattori.

Oggi, infine, esistono gli “schizzi”, la cucina “schizzata” che prende il via dal “dripping” marchesiano mutuato dal pittore Pollock. Ma per schizzi si intendono però immagini ben diverse: da estetica porno per intenderci.

Guardate e ditemi la vostra.

Voi dite: ce l’hanno con la cucina moderna? Forse sì, per la carica di novità che porta con sé. Però mi è capitato di leggere epiteti assai poco generosi anche verso la cucina tradizionale: “pasticciata”, “color merda”, “magmatica”…

Il dibattito è aperto e il lessico lo testimonia!

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