Sfumature di vino

Sfumature: i compiti della maturità erano più o meno tutti simili. Ho valutato delle sfumature. Ci ho impiegato due giorni: letti, riletti e giudicati. Domenica mi svago: la mattina vado a Stresa, dove al palazzo dei congressi (c’era il direttore Roberto che mi ha detto che scrivo poco: che ne sa lui dell’horror vacui che si ha dopo le due cartelle di testo!); dicevo, al palazzo c’era una mostra mercato di vini e prodotti tipici scelti e commercializzati da una rivista a me sconosciuta: “Bouquet”. Il direttore di questa casa editrice, organizzatrice di mercatini è un certo Raffaele Minervini. Giorgio, che vende vini, me lo ha presentato come famoso giornalista, messosi in proprio. Fa anche vino, a Barbaresco e Magliano Alfieri, “show-room” ad Ivrea. Giorgio vende i suoi vini sul Lago Maggiore. Ne ho assaggiati due. un langhe bianco Sauvage: reslimg renano, chardonnay ed arneis. Vino subito piacevole, un “blend” ben meditato di dolcezza, acidità… Poi una barbera d’alba ben barriquata, profumata e potente come un nebbiolo. Dopo di che, ho iniziato il tour assaggiando un po’ di barbere, di dolcetti e di nebbioli. Tutti buoni, chi più beverino chi più potente. Quale il migliore? Tutti e nessuno, perché le differenze si giocavano sulle sfumature. E non è facile giudicare le sfumature, quando non si vuole.
Buoni, comunque, i vini di Cascina Mirella, Dogliani, di La Bruciata, Santo Stefano Belbo, e di Latium (ottimo il soave), Illasi di Verona.
Prima di uscire, ho ritrovato Monica e Filippo che avevano comprato il pane nero di Coimo (Conti, buono), i pomodorini ripieni (gialli) di Viva, e la farinata istantanea di Tantì, Nizza Monferrato. La proverò nei giorni a venire, fra un orale ed un altro.

Visite: 1582

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *