Segnamoci i nomi, ma ricordiamo…

Segniamoci i nomi di questi ultimi truffatori del vino, ma ricordiamoci che ogni volta che compriamo un vino anonimo facciamo il loro gioco, ogni volta che scegliamo il vino solo per il prezzo facciamo il loro gioco, ogni volta che scegliamo il vino e non il produttore rischiamo un po’, ogni volta che facciamo a meno della doc potremmo incappare in; ricordiamo poi che a volte più che il corruttore fa il concussore, chi vende il prezzo costringe gli altri a risparmiare da qualche parte… Infine non diamoci arie di saputelli: in giro ci sono fior di tecnici che il vino “lo costruiscono”. Diffidare sempre. Ma ecco chi va oggi alla gogna:
Cantina Brusa di Dozza: 30 milioni di sequestro.
“Un’ottima prova dell’efficacia del sistema italiano dei controlli pubblici ufficiali, ieri a Bologna. L’operazione ‘Hydrias’, condotta dalla Guardia di Finanza con la regia della Procura della Repubblica, ha permesso di sventare con prontezza la frode di una grande azienda agricola che mirava a produrre vini di bassa qualità utilizzando zucchero, anziché mosti d’uva”.
Cantina Terre di Oltrepo, Broni: Cambiare il vino.
«Ci ordinavano di cambiare il vino»: emerge dai verbali l’altra verità, quella degli enologi alle dipendenze della cantina sociale «Terre d’Oltrepo». Vino “trasformato”, dunque, secondo gli inquirenti, anche se sicuro per la salute.. .gli investigatori hanno trovato anche acquisti di zucchero per oltre un milione di euro… Allo stesso modo serviva a «modificare il vino», per ammorbidirne il gusto, la glicerina, sostanza non pericolosa per la salute ma la cui aggiunta nel vino è del tutto vietata… L’elenco delle sostanze usate alla cantina, che emerge sia dai riscontri dei documenti sequestrati che dalle dichiarazioni degli enologi è piuttosto lungo. Da un’altra ditta la cantina di Broni-Casteggio comprava, ancora in nero, acido tartarico e carbone per uso enologico, usato per decolorare il vino: prodotti consentiti ma il cui utilizzo deve seguire alcune regole e deve essere annotato in registri speciali, che non risultano tra i documenti sequestrati. In una cartella, all’interno di un computer, è stata perfino trovata una specie di “ricetta”, datata 2007, a base di glicerina, mosto concentrato rettificato, acido lattico, acido malico e acido citrico per la produzione illecita di vino.”.
Campi Bisenzio, Vino e alcolici fatti coi piselli.
“Frode in commercio e violazione del Codice del consumo sulla sicurezza dei prodotti. Sono queste le accuse mosse al titolare di un’azienda di Campi Bisenzio (Firenze) che distribuisce prodotti cinesi, azienda presso la quale il corpo forestale dello Stato e l’Agenzia delle dogane ha sequestrato 20 mila bottiglie di vino e di grappa che in realtà erano tutt’altro. Pur essendo bevande alcoliche, infatti, erano state prodotte con piselli, sorgo, riso e prugne”.

Questa poi! Vino di piselli! Magari era anche buono…

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