Sarà la crisi…

ibfSabato scorso, Daniele, Aris, Alessio ed io siamo andati a Milano; al tradizionale festival della birra artigianale. Abbiamo bevuto molte birre e fatto un sacco di chiacchiere e commenti. L’impressione è sempre positiva: la birra artigianale è buona, piace e dà piacevoli sensazioni. Ho chiesto ad Aris di scrivermi qualcosa, le sue impressioni. Lo ha fatto ed io concordo ed aggiungo qualche breve nota in calce. Buona lettura:

“Sarà la crisi perché quest’anno gli stand dei birrifici artigianali all’IBF (Italian Beer Festival) a Milano erano circa la metà degli anni passati e sarà la crisi ma un’altra cosa che è diminuita è “l’amaro”, caro a Riccardo, sempre presente ma in maniera meno marcata.

Altro effetto sarà quello della primavera, sabato 21 ultimo scorso era l’Equinozio che segnava l’inizio della bella stagione, stagione secondo l’immaginario collettivo è deputato il bere la birra, e quello che quest’anno colpiva erano i profumi, grandi profumi.

Si comincia con lo scendere le ripide scalinate del campo di basket per cominciare il giro degli stand di produttori di birra; declinata in tutte le sue versioni sia di stile sia di colori sia di sapori. Iniziamo con una birra leggera tanto per non impegnarsi a “muscoli non caldi”, ed ecco subito una sorpresa: il birrificio Henquet di Ovada ci fa assaggiare una weisen (Zizura) un poco atipica: non i soliti profumi di lieviti e biscotti, ma profumi di erbe. Sempre allo stesso stand assaggiamo la Diaù, una saison (stagionale), 7.2°, una birra “primaverile” proprio perché arrivano al naso tutti i fiori e le erbe di un campo e appena si assaggia ecco questa sensazione che arriva al palato, ecco con che accompagnare il tradizionale agnello di Pasqua. Boabirra Bocks grande doppio malto colore ambrato: si sente la tostatura del malto, ma non tanto da disturbare. Si continua con marzen (Burrificio LA), come dice il nome un’altra birra di primavera solo 5.2° fresca, bel colore ambrato (andrà di moda quest’estate?): si sente il malto, si sente il luppolo, ma passano subito e rimane “marzo”, l’addio all’inverno e una festa per la stagione allegra che arriva.

Riccardo è uscito con i suoi allievi e da solo, da fan di VanDesfross, mi dirigo allo stand

del birrificio Sgaraunda e assaggio la loro Rossa, birra di carattere deciso e forte come un concerto di DVDS.

“The last but not the least” Bruton, birrificio toscano. La scelta cade sulla Momus, 7,5°, vicina alle birre d’abbazia belghe, quindi signorili, da meditazione, impegnative. Ma qui c’è la sorpresa: il miele, si sente al naso si sente il dolce in bocca ma non toglie nulla all’intensità dell’ambrata bevanda.

Queste sono alcune delle birre degustate in questa kermesse dedicata a questa spumeggiante e inebriante bevanda; è stato un pomeriggio piacevole e pieno di profumi e sapori particolari, che appena possibile cercherò di ritrovare; e alla fine uscimmo a riveder le stelle .

All’anno prossimo

ARIS”.

Sì, all’anno prossimo. Intanto sottolineo alcune cosucce, frammenti sparsi: ho assaggiato la birra alla zucca del birrificio La Birra di Meni (www.birraartigianaledimeni.it) e non l’ho trovata granché. Però l’idea mi piace e intendo comprarne un po’ per la sagra della zucca di ottobre; sempre buone le birre del Birrificio Menaresta (www.birrificiomenaresta.com) e in special modo la San Dalmazzo che abbiamo assaggiato sia giovane (un mese) sia invecchiata (un anno); ottima la Marzen del birrificio Birra Artigianale (in nomen omen): www.labirraartigianale.com ed altrettanto buona la Gotha del birrificio Hibu (www.birrificiohibu.it); se non ho segnato male, il Birrificio San Paolo (www.birrificiosanpaolo.it) ci ha fatto assaggiare una profumata birra con miele di tarassaco e robinia. Buona; ancora segnalo il birrificio Gallia Omnia (www.galliaomnia.it) per la sua ricerca storica e culturale e per la sua birra Briga che ho gustato con intenti filologici; infine, la Verdi Imperial Stout del Birrificio del Ducato (www.birrificiodelducato.it), una birra estrema: inabbinabile, scura, densa, dolce-amara, Da meditazione, direbbero i sommelier…

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5 thoughts on “Sarà la crisi…

  1. Sarà che sono cresciuto in Belgio e sono abituato a altre qualità, ma trovo ingiustificati tutti gli elogi alle birre artigianali italiane. La sensazione è sempre quella che gli artigiani italiani siano, nella migliore delle ipotesi, ex fruttivendoli, che si sono messi a produrre birra solo per moda.

    Sono stato all’IBF e come sempre ne sono uscito profondamente deluso. Pochi birrifici e solo quelli “sfigati”. Nei 4 giorni le birre le ho provate un po’ tutte e sono rimasto deluso da un po’ tutte.

    Ma non posso pretendere molto, in Italia la birra è ancora una bevanda sconosciuta, così come il vino. Voi italiani vi vantate di avere una grande produzione, ma la realtà è che solo poche cantine producono buon vino e se il “vino” più venduto è il tavernello, come si può pretendere qualità nella birra.

    Sono molto generoso a dire che in tutta Milano esistono solo 4 locali che sanno cosa significa spillare una birra.

  2. Davanti al Belgio delle birre, come si dice, “giù il cappello”. D’accordo. Per il resto, dissento. Almeno dove so. Per quel che riguarda i quattro locali di Milano, per esempio, nulla so e nulla dico. Ma per il resto… Il Tavernello è un vino. Non eccelso, ma un vino. Non costa tanto e non sempre si può bere un sauvignon del Collio o un nebbiolone delle Langhe…Fanno così anche in Francia e -credo- che anche in Belgio si bevano “birrette”… credo che in Italia chiunque si metta a fare birra è un ex di qualcosa: ma è un limite o un impulso a fare meglio?… Pochi? Sì. Sfigati? Non saprei. Birre deludenti? Non tutte, non per me… Ciao

  3. è vero, anche in Belgio si bevono birrette, ma una qualità minima è (quasi) sempre garantita. Ed è questa che manca in (quasi) tutte le birrette artigianali italiane. Gli inglesi le definirebbero watery, che in italiano potrebbe essere tradotto con inconsistenti.

    sperando che tu non abbia problemi logistici ti invitero alle prossime serate di degustazione che organizzerò

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