Ricette dei Conventi

Perdersi nel Bosco

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Il libro Santo Mangiare di Patrizia Rossetti prometteva di essere un “paccoso” testo di storia e ricette, destinato alla rarissima specie degli archeocuochi. Le sue Ricette dei Conventi lungo la Via Francigena, come recita il sottotitolo, invece non sono così. Non è solo infatti storia ben documentata e ricette eterodosse, ma sono soprattutto racconti e collegamenti con il presente o il passato prossimo; voli di qua e di là, ricette quasi originali o decisamente rivisitate, a volte sorprendenti riferimenti storici. Cosa ci fanno qui? Ti domandi. Ma in ogni caso le 220 ricette, ha detto l’autrice, sono state tutte provate. Per cui la sorpresa è solo culturale e non gastronomica.

Torniamo ai contenuti: non è dunque un ricettario storico, piuttosto un ricettario ispirato dalla storia e dalla vita dei monasteri medievali; quelli che, più o meno, si trovano o si trovavano lungo l’asse nord – sud della via Francigena, il sentiero che scende dalla Val d’Aosta e si ricollega nel vercellese con l’altro che scende dalla Val Susa.

Ho ascoltato con interesse l’Autrice mentre parlava del suo ricettario venerdì pomeriggio a scuola, sorseggiando il tè verde o il tè nero, sbocconcellando la Torta alla Frutta e la Focaccia d’Uva preparata per l’occasione, ricette sue.

Il libro viaggia su capitoli assai esplicativi: Monasteri e mulini, Ricette con le verdure dell’Orto, Le frattaglie, Nel pollaio, Nel bosco dei monaci, Il Piemonte, la Lunigiana etc etc per poi allargarsi alle Ricette dei Papi, alle ricette della Santa Ildegarda di Bingen, a Le ricette di Petronilla e financo a Le ricette di Papa Bergoglio.

C’è da sbizzarrirsi e il titolo a volte perde di senso. Come quando segui un finto sentiero nei boschi e solo poi capisci di essere lontano da dove pensavi di arrivare e ti ritrovi con l’olio di semi fra gli ingredienti, la pasta secca cinese (ma è stato poi provato?) o il Caco alla Verdi (con zucchero e spumante!) o le ricette della cuoca brasiliana, vivente guru della cucina del riciclo…

Non c’è che dire: una sorpresa! D’altra parte, un libro che si ispira ai pellegrinaggi doveva per forza sorprendere noi pellegrini della gastronomia. Come può sorprendere ogni tappa sconosciuta lungo il Cammino!

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