Quattro (astemi) a Tre

Curiose valutazioni a latere dell’Esame di Maturità 2005§: ai miei ragazzi di sala bar è stato chiesto di realizzare qualcosa che facesse vedere ai commissari ciò che avevano imparato negli anni precedenti. Su trenta allievi, circa venti hanno realizzato cocktail o servito bevande alcoliche; siccome su sette commissari, quattro erano astemi (tutte donne), il loro sforzo non è stato giudicato globalmente (se non il profumo). Grande plauso, invece, a chi ha realizzato (due) un cocktail analcolico.
La mia Commissione non è uno spaccato del mondo esterno, ma qualche suggerimento lo può dare: 1) esistono gi astemi, sono abbastanza e spesso sono donne; 2) anche agli astemi piace il bere miscelato; 3) la scuola dovrebbe insegnare di più il bere miscelato analcolico rispetto a quanto fa oggi; 4) se avessi un bar metterei in carta dei cocktail analcolici: se non ai maschi, piaceranno alle loro donne.
Queste considerazioni fanno il paio con altre relative alla ristorazione. Ai miei allievi piace l’imitazione dei cuochi più famosi, ma è una scelta perdente. I cuochi da imitare sono già vecchi rispetto alla modernità. Non è l’età, conte se sono intellettualmente dotati: se sono dei semplici imitatori, infatti, sono portatori di conoscenze ancora più vecchie. In giro, in effetti, vedo sempre le stesse cose: piatti ipercalorici in un mondo che vuole rimanere magro, piatti carnei per un numero crescente di vegetariani; zuccheri esagerati per un mondo di iperglicemia… mai che trovi in un ristorante una linea dedicata a chi vuole poca glicemia, a chi vuole poche calorie, a chi non vuole nulla di carneo o di origine animale… non parliamo poi degli allergeni, della celiachia… si pretende che i clienti siano tutti uguali in un mondo che cambia e acquisisce nuove consapevolezze.
Ma per affrontarlo ci vuole capacità di analisi, di sintesi,di critica… bisogna leggere e studiare. Non basta imitare.