Prosecco from Brazil!

Dopo la barbera rosata israeliana, azienda Recanati, assaggiata alla Bit di Milano, ho poi incontrato un altra curiosità enologica: il prosecco brasiliano, intravisto a Bordeaux. Sì, solo intravisto perché curiosamente celato fra le righe del deplinat istituzionale “Discover the wines of Brazil: South America's best-kept wine secret!”. E non in degustazione. Leggendolo, ho scoperto che il Brasile è “the largest country in Latin America”. E fin qui… Che produce vino “since the arrival of Italian immigrants, in 1875”. Curioso. Oggi “the wine region consist of 82.596 hectares divided in six wine region”. Le aree in questione si trovano tutte al di sotto dell'Equatore, nell'emisfero australe, per capirci. Una però, è quasi a ridosso della linea di mezzo: la Vale do Sào Francisco. Un luogo curioso dal clima secco e soleggiato, che produce “grapes with a high level of sugar” (e ci mancherebbe!); irrigata artificialmente; con due vendemmie all'anno, con cicli di 120 – 150 giorni. Cosa si coltiva? Syrah, tempranillo e cabernet sauvignon… Le altre aree vinicole sono il Planalto Catarinense, in alto (dai 900 ai 1400 metri di altitudine), dal clima temperato, umido e con notti fredde. Si coltivano cabernet sauvignon, merlot, pinot nero, sauvignon blanc e chardonnay; la Campanha and Serra Sudeste, ai confini dell'Uruguay, dal clima temperato, umido con notti fresche. Si coltivano cabernet sauvignon, merlot, tannat, touriga nacional, tempranillo, pinot nero, chardonnay, sauvignon blanc, pinot grigio e gewurztraminer; ed infine la Serra Gaúcha, “largest and most important wine region”, da cui proviene il “90% of the production (including the geographical indication IG Vale dos Vinhedos)”. Zona dal clima temperato, umido con notti fresche. Lì si coltivano -ascoltate- cabernet sauvignon, merlot, cabernet franc, tannat, ancellotta, pinot nero, chardonnay, moscato, riesling italico, malvasia e prosecco! Eccolo qui, il fantasma evocato ai tempi di Zaia, quando si trattò da fare la combine del prosecco… Il prosecco brasiliano! Chi lo spiegherà ai nostri compatrioti (od ex compatrioti, ora cittadini brasiliani) che detta uva ora si chiama glera e che il vino che loro chiamano prosecco così non potranno più chiamarlo? Che abbiamo un paesino vicino a Trieste che…? O forse a loro, poi, non interessa poi così tanto e il Brasile è così lontano! E la CE non così importante..

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2 thoughts on “Prosecco from Brazil!

  1. E qui arrivo a bomba. La mia ragazza è brasiliana e precisamente della Serra Gaucha. E' importante sapere che i primi coloni arrivati in quella zona del sud brasile erano quasi esclusivamente veneti e friulani, ( i meridionali sono andati nelle zone del centro nord, pauliste e carioca)  e sono tuttora molto attaccati alla "madre patria". Ecco che si spiega la coltivazione della vite. Inoltre il clima è quasi speculare al nostro, con estati più calde certo, ma anche l'inverno non scherza, in questo periodo si va sotto zero !

    By the way, quando torno là, se vuoi ti porto un paio di bottiglie di quelle "giuste", tanto loro amano solo la birra!

    Saluti

    Paolo

  2. Sì, assolutamente. Porta. Ho letto anch'io che loro bevono, sì o no, due bottiglie a testa… e, sai che ridere, le cronache da Bordeaux parlavano di nuovi mercati per il vino italiano, Brasile compreso… sarebbe certo più interessante stabilire dei contatti fecondi con quelle lande: rassegne gastronomiche, scambi… di italiani si tratta, infatti.

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