Primo incontro

Un’allegra gita in pulmann, alcuni anni fa, ci aveva condotto a Carema. Allegra combriccola bacchica, nell’ultimo comune del Piemonte sulla strada verso la Val d’Aosta. Lì, in piccoli vigneti abbarbicati alla montagna (belli davvero) si produce un vino a base uva nebbiolo che porta il nome del paese: carema doc. Una realtà piccola e periferica che, però, sta diventando il personale paradigma per parlare di vini. Il carema doc 2000 Cantina dei Produttori Nebbiolo di Carema (12,5°) l’ho infatti incontrato più volte in queste ultime settimane. E sempre ha fatto la parte del vino prodotto con uve autoctone, interpretato tradizionalmente… Colore rosso scarico, come si conviene ai vini a base nebbiolo, quasi aranciato, mattonato; profumi delicati ma dal bouquet di rosa, fiori secchi e violetta… assai ricco e complesso; in bocca di buona struttura, ma non esagerata, e con acidità (freschezza) ben evidente. Niente barrique, dunque; niente taglio con uve altrui… Niente di diverso dalla tradizione.

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