Non ingrassare al ristorante? C’è confusione…

Tutti sanno che andare al ristorante non è la normalità. Ma un’eccezione. Soprattutto nei ristoranti tradizionali si eccede infatti in calorie, grassi, sale e zucchero. Non sempre i clienti sanno cosa ingurgitano; e chi lo sa si pone in un certo modo, anche se accetta, e sa che poi continuerà con l’attenzione alla dieta nei giorni seguenti e con il movimento. Ma come porsi al ristorante? La Rete è provvida di consigli per chi ama andare al ristorante e non vuole ingrassare. Ma una tale ridda d’informazioni crea confusione e spesso è anche impossibile una sinossi: c’è sempre un “vangelo” che non è paragonabile ad un altro. Da tutto ciò che si legge, comunque, risulta chiaro che andare al ristorante è un’attività impegnativa. Per chi non sa, sarebbe meglio evitare e cucinare o farsi cucinare a casa cene e pranzi leggeri e in linea con le sue esigenze. Ma se vi piace o dovete, armatevi di tanta pazienza e vedete di elaborare una vostra strategia. Cosa che anche i ristoratori dovrebbero fare: una strategia per offrire pranzi e cene compatibili con le esigenze dietetiche di molti.
Leggo sul “Corsera” on line, di questi giorni, di una ricerca della Cornell University (esiste, sempre che la ricerca sia vera) per vedere se il ristorante è attento o meno ad una dieta sana e giustamente calorica. Andare al ristorante, dicono gli autori del “Corsera” ha “…un indubbio potere «ingrassante», come conferma una mole sempre maggiore di studi; capire se il ristorante dove ci stiamo accomodando sia più o meno in grado di farci mettere su qualche chilo di troppo però è possibile, grazie a un test messo a punto dal Food and Brand Lab della statunitense Cornell University”. Il test si chiama “The Restaurant Scorecard for Healthier Dining” ed è disponibile anche online . Esiste in due versioni: “una che tiene conto di cento “punti” corrispondenti ad altrettante azioni che i ristoranti potrebbero intraprendere… ; l’altra, più semplice ed essenziale… prevede solo dieci punti per orientarsi…”. Quali sono le caratteristiche che rendono un ristorante «ingrassante»? Il pane intavola, la mancanza di un antipasto vegetariano, non prevedere mezze porzioni, non avere piatti “light” né dessert a base di sola frutta. Occhio anche a piatti e bicchieri: se sono troppo grandi, l’intento più o meno consapevole del ristoratore è farci mangiare e bere di più.
Se poi andate a cercare in rete i consigli si sprecano. C’è chi propone i sette fattori per non ingrassare al ristorante. Alcuni anche assai divertenti (roba per animare una serata, direi): Portate con voi un amico salutista, si tende infatti ad ordinare piatti simili; Scegliete un ristorante romantico, si mangia cibo più lentamente e meno; Chiedete un tavolo vicino alla finestra, non si sa perché ma, sempre dalla Cornell University, fanno notare che chi lo fa mangia più pesce ed insalate (boh!?); Sedetevi lontani dal bar, in genere lì c’è sempre una tv accesa e la tentazione di buttarci un occhio fra un boccone e l’altro è forte, finendo così per mangiare di più; Chiedete un bicchiere alto, i baristi tenderebbero a versare il 27% di alcool in più nei bicchieri piccoli; Se c’è il buffet, puntate subito alla postazione della frutta o delle insalate, il rischio di cedere al peccato calorico si riduce di un terzo; Pensate in chilometri, per smaltire 100 calorie serve più o meno un chilometro di corsa.
C’è invece chi propone dei trucchi per non ingrassare al ristorante, alcuni ben noti altri opinabili: Limitare i condimenti: limitate l’olio, dunque attenzione alle dietetiche insalate. Se poi contiene funghetti sott’olio, uova, formaggio fresco e mozzarella, non è solo “un’insalata”!; Panini leggeri. Scegliete un sandwich leggero con insalata e tonno oppure con crudo e mozzarella; Attenzione alla pasta, ma soprattutto ai sughi soffritti; Poca frutta. Meglio limitarsi ad un frutto solo; Evitare le fritture, rischiano di far aumentare il peso ed affaticano i reni; Pesce a cena; Pizza sì, meglio se rossa, oppure optate per una vegetariana, con verdure grigliate; Dessert ipocalorico. preferite i dolci con la frutta.
Altri consigli, sempre dalla prima pagina di Google, ad integrare: nel dubbio, andate al giapponese. “Lì potrete ordinare senza problemi otto pezzi di sushi, da condire con la salsa di soia, oppure un piatto di sashimi con una coppetta di riso a parte. In entrambi i casi, chiedete anche un’insalata a base di sola verdura da mangiare come contorno. Nessuno si accorgerà che siete a dieta e voi gusterete un’ottima cena”; non demonizzate il dessert. “Se potete ordinare un aspic di frutta, un gelato o un sorbetto alla frutta, non fatevi problemi. Se invece volete regalarvi un tiramisu, prendetelo: farete più attenzione a mangiare meno negli altri pasti della giornata. Un altro suggerimento è questo: per placare la voglia di dolce potete sostituire un pranzo con una fetta di torta e una tazza di tè“; concedetevi pane e vino… e rilassatevi. “Non è obbligatorio eliminare il pane quando mangiate fuori. Potete accompagnare pranzo o cena con mezzo panino (per le donne) o un panino (per gli uomini) e un bicchiere di vino. La convivialità è fondamentale… Se mangiate fuori solo una volta ogni tanto, potete anche ordinare un bel piatto di pasta e il dessert senza preoccupazione. Lo sgarro è previsto da ogni dieta. Certo, se la cosa diventa frequente…”.
Capito? Forse. Ma sono tanti i dettagli. E certo sarebbe meglio chiedere al vostro dietologo, invece di affidarsi alla Rete. L’unica cosa lampante è: mangiare di meno! Meglio o peggio dipende dai gusti. E, aggiungiamo noi, ricordatevi del professor Morris e dei postini inglesi: in linea e più sani fintanto che andavano e recapitare la posta in bicicletta!

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