Misura Unica

Sono anni che frequento donne: compagne di scuola, fidanzatine, moglie, amiche, colleghe… e sono anni che le vedo non finire la pizza. Quasi tutte, azzardo, e non mi sembra di ricordare male. Le più ghiotte lasciano il bordo; le meno, interi spicchi che –io od altri maschi- ingurgitiamo più o meno volentieri (anche perché di solito ci arrivano dopo a proportelo, quando la pizza è già fredda). Non ho mai capito perché, ma settimane fa l’illuminazione! “Per me la pizza è troppo grande: se ne facessero di più piccole, la mangerei tutta!”. Vero: le pizze sono quasi sempre di misura uguale. Poche volte ho trovato la pizza mignon e sempre per i bambini. Mai rivolta ad un pubblico femminile (dimensionata, più leggera, con impasti integrali). Una stranezza. Un po’ come se vendessero le magliette di misura unica, mettiamo la medium: stretta per i grossi, cascante per i magri.
Eppure è così. Comodità per chi le pizze le fa. Scomodità per chi si vede costretto ad avanzare, magari senza volere fare la figura di chi fa lo sciupone. Strano. Ma, mentre scrivo, penso che anche nella ristorazione succede così: piatti già fatti, uguali per tutti. Un po’ meglio nei ristoranti popolari, quelli che ti mettono il vassoio in centro tavola. Ognuno si serve come desidera. Nella ristorazione medio alta i clienti donna chiedono; nell’alta subiscono e basta.
Normale? Non so…

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