Mangiare Quadri

Sono stato in un ristorante di lusso in cima al Mottarone, la montagna che divide il Lago d’Orta dal Maggiore. Si tratta di un locale molto gradevole, con bella vista sul Maggiore, sulla pianura Padana e le Alpi. È stata un’esperienza gastronomica singolare che mi ha fatto fare molte riflessioni, a cui non so dare risposte precise.

In primo luogo il minimalismo a tavola un po’ mi ha colpito: tavoli di legno senza tovaglia, né runner; piatti originalissimi e bicchieri di alta gamma; una scelta vini notevole, anche al bicchiere. Pane fatto in casa. Belle seggiole, tavoli quadrati.

Il cibo è buono, ricercato, ma assai contenuto nelle quantità. Io ho mangiato delle acciughe del Cantabrico, assai care e buone. Nel piccolo piatto ovale bianco me ne è arrivata una metà, al fianco del burro aromatizzato: un bottone, ed un piccolo paninetto diviso in due su cui spalmare. Tutto buonissimo, davvero. Ma davvero poco. Era tutto ben presentato, sembrava un quadro minimalista. Un bicchiere 0,2 dl di spumante metodo classico piemontese ad accompagnare ed acqua gasata presentata in una bella bottiglia anonima in quantità. Poi ho preso un piatto di Bollito Misto: un ovale ancor più lungo con due file contrapposte: quattro pezzetti di quattro carni diverse e quattro salse fatte in casa, quattro bottoni. A sinistra, in centro, a fine file, uno “shortino” di brodo in cui intingere la carne, due bocconcini per pezzo: otto bocconcini in tutto. Forse un etto di carni. In abbinamento un calice magro di rioja del 2005, un ottimo decilitro. Poi caffè, grappa buona di Sebaste. Conto? Oltre sessanta euro. Lo so, da Cannavacciuolo avrei pagato di più, ma forse avrei mangiato di più. Non so… Sicuramente in un ristorante borghese avrei mangiato decisamente di più, magari non in maniera così curata e bella. Ma di più.

Non so però se si debba andare al ristorante per mangiare quantità o sensazioni, visive e gustative. Non so se si debba andare al ristorante per mangiare nutrienti o mangiare opere d’arte visiva, piatti belli come quadri. Non so, ma forse un compromesso sarebbe necessario. Però non è detto che tutti la pensino come me: qualcuno che va al ristorante per guardare i piatti più che per mangiarli c’è. Non so…

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