Ma gli Home Restaurant non sono ristoranti

AVVIO DI UN HOMERESTAURANT: COSA FARE. Ecco un interessante vademecum http://www.homerestaurantroma.it/1/avvio_di_un_home_restaurant_3967792.html

Posted by Home Restaurant da Mik e Dani on Martedì 28 aprile 2015

Leggo con molto interesse le polemiche sugli Home Restaurant, cioè quelle case private dove si può mangiare pagando. Padroni di casa di ogni tipologia -giorni fa ha fatto cronaca una signora ultranovantenne- che accolgono ospiti grazie alla Rete. Un po’ come sta succedendo per i taxi Uber o per l’affitto della propria casa via internet. Ovvio che i detrattori degli Home Restaurant parlino di concorrenza scorretta e che i sostenitori invece di prezzi più bassi, di offerta diversa, di di di…
Se metto insieme un po’ di ricordi, però, il mistero s’infittisce. E dubito anche che gli HR possano esistere. Dal punto di vista fiscale e normativo. Viviamo infatti in un Paese pieno di norme e assai militarizzato: finanza, carabinieri, vigili, nas… un gestore si può aspettare una loro visita ogni anno. Ed ogni anno deve pagare qualcosa, perché qualcosa gli trovano. Devono incrementare le loro statistiche. E poi ci sono le norme, una selva di norme.
Ricordo a caso: nell’asilo di mio figlio non si potevano portare torte fatte in casa, perché mancavano i crismi della tracciabilità dei prodotti e del protocollo haccp. E poi c’è la questione degli allergeni. Ma gli Home Restaurant applicano il controllo haccp? Sanno cosa sono gli allergeni? Forse sì, ma chi va a vedere se lo rispettano o se sanno? Dicono: “è una casa privata”. Vero, ma hai ospiti paganti. Comunque, se venissero a casa mia i Nas mi “ucciderebbero”: pentolini con avanzi nel frigo (non abbattuti né debitamente insacchettati con date), verdure tagliate sullo stesso tagliere della carne (sì, certo lavo, ma sanificare è altra cosa), erbe raccolte nei prati, torte fatte in casa e marmellate e salse e il salame fatto dall’amico e questo e quello… Sono poi sicuro della sanificazione casalinga di frigo, superfici, strumenti ed attrezzature? No. E negli HR? Sono come me o meglio di me? E se un “ospite” stesse male? O facesse finta di star male per scucire dei soldi? Che documentazione potrebbero produrre per discolparsi? Boh!?
Io non ho capelli, un po’ di barba: difficile trovarne dunque nel piatto. Ma gli HR sono a posto? Cucinano con cappello e si lavano sempre le mani dopo essere andati al bagno? Non porto anelli né orecchini né orologio dove lo sporco e i batteri possano proliferare. E i gestori degli HR? Voi direte: “ma sono a casa loro e certo non vogliono avvelenare nessuno”. Vero, ma rispettano le norme igieniche ed hanno una deontologia professionale? Non so…
Infine, che non accada mai, se scoppiasse un incendio nell’appartamento o se mancasse la luce per un po’ e qualcuno si facesse male? Non ci sono luci di emergenza, non ci sono estintori, non ci sono piani di fuga, né porte antipanico… Voi direte: “ma è una casa privata!”. Sì, ma io pago…
Se hai un handicap ci puoi andare? Se sì, c’è un bagno adatto a te? Non credo ovunque…
Dicono: “non abbiamo vetrina, non siamo locali pubblici”. Sì, però usano internet, la più grande vetrina del mondo…
Non so, ma per me gli HR sono destinati a breve vita. Basterà una leggina, ennesima, un incidente, un ferito o un morto (o più morti e più feriti) che tutto svanirà… Io, per me, continuerò a rompere la mia amica Germana che un paio di volte l’anno ci organizza un pranzo da duchi. Discutiamo il menù, compriamo la roba e poi pranziamo insieme. Ma non è un Home Restaurant è piuttosto una bella giornata in amicizia. E son cose diverse!

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