L’Ultimo e il Primo

L’Ultimo e il Primo

Facciamo un gioco magico con le bottiglie di vino: che cosa significheranno mai l’ultimo vino bevuto con coscienza nel 2016 e il primo vino bevuto con altrettanta coscienza nel 2017? Forse molto e forse nulla. Ma intanto mi hanno regalato la consapevolezza razionale che di vino buono ce n’è molto in giro. Spesso sconosciuto ai più. Che bella sorpresa comunque trovare in un bar di montagna un franciacorta brut docg San Cristoforo, adattissimo per un brindisi anticipato l’ultimo giorno dell’anno. Davvero buono. Ho fatto il bis, nonostante il prezzo non proprio popolare (e cosa sorprendente in un bar un po’ remoto). Si è disposti a pagare per il buono anche fuori dai grandi centri. L’ho interpretato come un segno dell’intelligenza delle cose e del caso. Porta bene.

Altrettanto bene poi riuscire finalmente ad assaggiare la bottiglia di nascetta langhe doc 2015 dei Poderi Cellario che da tempo era in frigo. Che vino è? Un piemontese atipico. Non era infatti un bianco magro, acidulo e fresco; bensì un bianco dai profumi esotizzanti, di frutta, ed in bocca grasso, ricco, equilibrato e tendente al morbido. Davvero un’altra bella sorpresa. Sempre per peccare d’irrazionalità, direi che anche in questo caso l’intelligenza delle cose e del caso mi ha comunicato qualcosa di positivo.

Forse che nel 2017 si deve continuare a bere bene?

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