Les Bordeaux des Chinois

I cinesi sono nel Bordeaux per fare vino dal 1984. Il primo cinese, ma non cittadino della Repubblica Popolare fu Chan Sec Theong, proprietario del chateau Cana. Poi arrivarono sette società di “comunisti”. Nel 2008 in poi comprarono il primo di sette chateau: Latour-Laguens, Richelieu, Chenu-Lafitte, La Salle, Lagarosse e Vlaud et Laulan-Ducos. Dal 2010, poi, la Cina è diventata il secondo importatore di vini bordeaux, dopo la Germania; la Cina rappresenta il 12,9% delle esportazioni della zona. Soprattutto vini rossi (221.100 hl), molto meno i bianchi (7700 hl). L'Aoc bordeaux pesa per il 61,2%, la Aoc bordeaux superieur per il 10,8% e Medoc per il 6,8%. E poi, investimenti pubblicitari, scuole di degustazione in Cina… etc etc (fonte. Rvi n°3889)

Tutto bene, dunque? Non del tutto, almeno a leggere l'editoriale di Philippe Bidalon su L'Express Hors-Série del juin-juillet 2011. Dice Philippe “Oggi la Cina (traduzione mia) si è imposta come il settimo consumatore mondiale. Un partner importante per la viticultura francese. Il mercato cinese si è rivelato di grande aiuto, dopo la crisi subita dai vini francesi. Tanto che, dal 2008 al 2009, le esportazioni sono cresciute del 18% in valore . Un performance ripetuta nel 2010… la Cina rappresenta però sì un mercato importante ma anche un concorrente formidabile”. E via ricordando gli impianti vitivinicoli cinesi, le partnership con aziende francesi che hanno portato colà stile, tecniche e conoscenze. E i cinesi che intanto si appropriano di marchi in stile francese… Si riuscirà a distinguere, un giorno, fra il vero “made in Francia” dal “similfrancese”? Si finirà come con i vestiti “styled in…” ma prodotti in Cina? Magari… 

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