La (s)grammatica del vino

La (s)grammatica del vino

Se leggete attentamente il cartello, trovate degli errori. Alcuni smaccati, altri meno. Comunque errori dovuti all’ignoranza e all’incuria. E si tratta di un cartello appeso all’esterno di un wine bar. Una bella idea grafica piena di errori che fa pensare.

Fa pensare che: 1) se un signore investe per aprire un wine bar e non ne sa niente di vino, lo fa perché sa o pensa che un bar siffatto sia sinonimo di successo commerciale; 2) se lo pensa o ha ragione o è vittima di un’illusione ottica (si parla tanto di vino ma se ne beve sempre meno); 3) se lo pensa, crede che il vino sia un prodotto come un altro e che la preparazione non serva nulla; 4) se lo apre senza pensare (massì un wine bar fa tendenza…) è uno stupido.

E, infatti, il wine bar in questione è già chiuso. Pochi mesi dopo l’apertura.

Leggendo il cartello, Andrea aveva storto il naso. E non aveva voluto vendergli il suo vino. Aveva ragione: il vino è un prodotto che non ammette l’ignoranza!

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