La prossima volta in una chiesa

La prossima volta cercherò una degustazione di vini che si tenga in una chiesa. Ma non una chiesa sconsacrata, troppo facile: in una chiesa cattolica ortodossa protestante… dove si faccia notare il contesto e non tanto il contenuto: affreschi, statue, greche… Ma sì, ovvio: ai produttori si dovrà far firmare un codice etico, magari pretendere che i campi siano benedetti dalle diverse acque sante.

Voi direte: dove vuole arrivare? Da nessuna parte, invero. Ma domenica sono stato al centro sociale Leoncavallo a Milano, per La Terra Trema e non ho capito molto: l’ambiente era buio, pittato, come essere in una caverna preistorica; il pubblico vario e non del tutto in linea con il locale; infine i vignaioli presenti non erano caratterizzati nettamente: forse erano piccoli produttori, forse biologici, forse biodinamici, forse anticapitalisti… comunque vendevano e al loro prezzo: bottiglie da otto e bottiglie da trenta; liquori da venti e liquori da quaranta…

Insomma, se non ci fosse stata la struttura: cupa, pittata, urlata… potevi essere ovunque. In uno dei tanti banchi di assaggio bio, piccoli vignaioli, natural… che ci sono nella Penisola.

Sì, se poi vai a leggere il sito scopri che c’è il premio la Roncola d’Oro (quest’anno andata ad un produttore sardo) e che c’è un’idea di fondo. Ma che tu non hai colto. I vini come erano? Buoni, in generale. Alcuni interessanti davvero. Molti li avrei comprati. Molto ho comprato. Interessante, ma spiazzante. Attendo la chiesa.

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