La misteriosa Malvasia Greca

DSC_0188Pensa un po’ che siamo andati apposta, ma poi ci è venuta la mosca al naso. E adesso mi pento di come mi sono comportato. Scuse, dunque, a Maurizio Gily e a Monica. Cara amica. Ma cosa sto dicendo?

Dico che, alcuni sabati fa, sono andato con Monica, Filippo e Gianni a Casale Monferrato. Festa del vino, credo. Per assaggiare, curiosare, andare a cena a casa di Monica e Mauro: però, mi interessava particolarmente la degustazione di vini a base di malvasia greca che alle 18 di quel giorno avrebbe condotto Maurizio Gily, giornalista e direttore dell’Enoteca del Monferrato.

L’occasione era ghiotta: la malvasia greca, infatti, è un’uva autoctona molto antica. Vinificata in purezza da pochi nel Monferrato. La stanno riscoprendo perché “ha il potenziale qualitativo per diventare il ‘bianco autoctono’ del Monferrato Casalese”. Si presta “alla vinificazione di vini bianchi secchi, di vini dolci tipo moscato e di vini passiti e da vendemmia tardiva”. Non è ancora iscritta al catalogo nazionale delle varietà, quindi non dà ancora vini doc.

Capite, una rarità! Ma, dopo mezzora che eravamo seduti ad aspettare, verso le 18 e 40, Gianni ed io ci siamo scocciati. Si era in ritardo perché mancava un politico locale che doveva dire due cose all’esigua platea. Almeno così abbiamo capito. Ci siamo alzati sotto lo sguardo dei presenti. Stufi.

Più tardi abbiamo incontrato Gily che ci ha detto: “ancora cinque minuti ed abbiamo iniziato”. Con lo sguardo di chi dice: “non sapete cosa avete perso”. Ecco, non lo sappiamo. E questo, ora, mi scoccia più del ritardo di allora. Quando mai assaggerò un vino di malvasia greca?

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