La marijuana è peggio della pasta aglio ed olio

Ripubblico un  mio post del 2013 con qualche piccolissima modifica. Sempre attuale. Buona lettura:

“Non so esattamente quando. Ma so che una mattina d’inverno, in un’aula un po’ annoiata, avevo smesso di spiegare e stavo ascoltando un’adolescente cianciare sul fatto che le sigarette fanno male e gli spinelli no: “perché non hanno la carta” disse. Pura idiozia adolescenziale. Le dovetti far notare, nell’ordine che: anche gli spinelli, spesso, sono tenuti insieme con la carta; che anche nella versione a “pipa” non hanno un filtro che trattenga fumi, catrami ed assorba un po’ il calore; e che – soprattutto- nessuno garantisce né l’origine della materia prima né come è stata coltivata. Erano i tempi del DDT nel Lago Maggiore. E noi lacustri avevamo scoperto che a Pieve Vergonte si produceva ancora e che finiva- non da noi, per carità! Da noi solo un poco di percolato- in Egitto e nel Nord Africa in generale. Guarda un po’, proprio i luoghi dove si produce la marijuana. Per cui, conclusi, se un giorno ti spuntasse un tumore alla tiroide (o altrove) potrebbero essere stati i tanto amati (dagli adolescenti, per ribellismo) spinelli. Non so che effetto fece il mio discorso. Forse nulla: il pensiero magico è difficilmente sradicabile: se uno crede che le Big Babol siano fatte con grasso di topo gli piace crederlo, al di là di ogni ragionevole dubbio. In fondo: perché consultiamo gli oroscopi? Perché fanno vino biodinamico? Perché crediamo nei complotti mondialisti? Perché ognuno crede nelle diete miracolose? Nei prodotti “mangia grasso”? Perché ci credono? Boh!?

Non so, però ‘sta storiella dello spinello buono mi è tornato in mente giorni fa, quando stavo spiegando a dei detenuti (sì, proprio quelli delle carceri) la leggenda metropolitana del “buon cibo italiano” e del “chilometro zero”. Raccontavo loro che un semplice piatto di Spaghetti aglio, olio e peperoncino può nascondere l’inganno. Piatto italiano? Non è detto: il sale arriva soprattutto dalla Germania, l’olio può essere una miscela di oli comunitari od extraeuropei, la pasta può sì essere fatta in Italia ma da grani duri americani o canadesi o ucraini, l’aglio può essere spagnolo ma anche cinese e il peperoncino è in gran parte di origine turca o nordafricana (usano ancora il DDT là?). Se uno non guarda, non legge il piccolo, non cerca di capire… ecco l’inganno è servito. Mi guardavano perplessi ed uno ha sbottato dicendo “ma non ci si può proprio fidare di nessuno!”. Mi è venuto da ridere e gli ribattuto che loro avevano fatto di peggio: la droga per cui molti di loro erano dentro, che certificazioni aveva? Da dove arrivava? Non so, ma anche loro erano un poco perplessi come quella mia lontana e ormai “un’ombra studentessa”…”.

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