La birra dei giovani e il vino dei (meno) giovani

Una sera d’estate in una balera all’aperto guardo i signori ballare. Signori di una certa età, come la mia ma anche di più. Uomini e donne tranquilli che si vogliono divertire seguendo i passi di danza. Ogni tanto si fermano e si scambiano, le signore sorseggiano dell’acqua; i signori, un poco di vino. Vino servito in brutti bicchieri di plastica e in caraffe in stile ospedale, graduate, sempre in plastica.

Dopo i fatti di Torino dello scorso anno, ricordate, sulle feste è calato un vestito di piombo. Niente più vetro, neanche in serate tranquille, in balere estive, in una provincia ben controllata. Il tutto dopo che alcuni giovani, guardando la partita sul maxischermo in piazza, bevendo birrette, buttando le bottiglie per terra, bottiglie vendute in nero da venditori abusivi, venditori che avevano beffato la polizia e i carabinieri; ecco, dopo tutto questo, neppure i tranquilli ballerini di provincia possono stare tranquilli e sorseggiare il vino nel vetro, comprare una bottiglia…

Nessuno scappa. La regola vale per tutti. Anche dove non serve. Lo trovo un brutto modo di vivere.

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