Il vino sì e il latte no?

Il vino sì e il latte no?

 

Mercoledì scorso ho trascinato un perplesso Luigi ad un convegno tecnico organizzato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali: “Aspetti pratici per l’uso e il controllo dei processi di chiarifica che prevedono l’impiego di proteine allergeniche del latte e dell’uovo”. Mamma mia, che roba! Io mi sentivo in colpa, ma Luigi è stato poi contento e l’ha trovato anche interessante. Meno male!

Di cosa si parlava? Di allergeni e -indirettamente- di vegani. L’Unione Europea sta lavorando infatti per aggiungere alle scritte dei pittogrammi che indichino la presenza nel vino della solforosa: “solfiti” o “anidride solforosa”. Cosa che c’è già da tempo; oppure delle scritte e dei pittogrammi che indichino la presenza di -ed è la novità- “uovo”, “proteina dell’uovo”, “derivati dall’uovo”, “lisozima da uovo”, “ovoalbumina” (dove c’è, ovvio); e di “latte” (altra novità, sempre dove c’è), “derivati del latte”, “caseina del latte”, “proteina del latte”… Sostanze, queste ultime due famiglie, che si usano nella chiarifica dei mosti e non sempre. La novità è tesa a tutelare la salute dei pochi allergici a dette sostanze. E, indirettamente, a segnalare ai vegetariani integrali, i vegani appunto, se quel vino può essere o non essere consumato da loro.

Nulla di spaventoso, per carità, né indice di pandemie. Solo un segno dei tempi e dell’americanizzazione del nostro vivere: “se non avverti a prova di stupido, io se sto male ti faccio causa” o giù di lì… nelle istruzioni di una macchina fotografica ho trovato che guardare il sole attraverso l’obiettivo poteva danneggiare la retina. Ma dai! Comunque sia, così è. Anche se sembra esagerato! Anche perché non è prevista soglia minima e i produttori dovranno certificare l’assenza di detti allergeni: per i fatti loro, comprandosi un macchinario, o facendosi certificare da qualche laboratorio. Altri costi. Chi li pagherà?

Poi, penso io che sono ignorante, il latte non viene certificato da nessuno. Chi sa, infatti, se contiene tracce di antibiotici? Eppure ne danno tanti alle vacche: le tengono ferme, le sfruttano e per non farle ammalare le tengono a regime antibiotico. Mai ho sentito o visto cartoni o bottiglie che dicano “contiene tracce di antibiotici”. Fanno meno male delle tracce di caseina o di albumina nel vino?

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