Il Profumo di Ciliegia

Esiste un effetto imitazione che ogni degustatore conosce bene. All’interno di un gruppo di bevitori di vino di varia esperienza, uno si pone come leader: ha fatto i corsi, assaggia vino da anni, è il più autorevole… Si annusa il vino e si analizzano i profumi, per gioco. Solo per gioco, ma tanti ci perdono comunque la testa ed è la fase più delicata di una degustazione: si può assurgere ad un clima ieratico da chiesa o scadere nella risata grossolana (mavva! Checcisentitù?). Tutti, infatti, sentono i profumi; ma pochi riescono a descriverli. Alcuni, ogni tanto, s’impegolano per narcisismo ed egocentrismo in descrizioni bizzarre, coprendosi di ridicolo durante o dopo la degustazione. Di solito però finisce che dopo alcuni istanti d’imbarazzo, il più autorevole dichiari di sentire, esempio, il profumo di piccoli frutti. Come per miracolo, le teste si alzano e molti confermano questa sensazione. Ogni tanto qualcuno resiste, ma credo più per presa di posizione, per carattere… non perché avesse sentito altro. La maggioranza è contenta che il momentaneo leader abbia risolto il problema, evitato la fatica di annusare, collegare, valutare, esprimere.
Mi capita, ogni tanto, di giocare con questo schema di gruppo. Quando sono leader di una degustazione, dichiaro un profumo che non è quello ma uno simile per analogia astratta e non per profumo. Per esempio,dichiarare che “sento la ciliegia” invece dei piccoli frutti, magari anteponendo quest’ultimi nella discussione affinché la logica di genere superi l’analogia del profumo: “sento profumi di frutta, piccoli frutti, ciliegia”. Che non c’è: la ciliegia sa di ciliegia e non di piccoli frutti come il ribes o la mora o il lampone o “berry” in generale! Funziona un po’ con tutto, con tutti i profumi, Stando bene attenti a non esagerare però: se passassi, ad esempio, anche senza dichiararlo, dal profumo di piccoli frutti alla banana, non ci cascherebbe nessuno ed anzi mi tirerei addosso le critiche e le risate sottese degli altri. Una piccola bugia passa, una grande no!
Cosa mi hanno insegnato le tante degustazioni? Come nella vita, che molta gente non ha voglia di ragionare e di sforzare la mente; che alcuni sono disposti a subire un piccolo rischio interpretativo se questo gli fa risparmiare fatica e discernimento; che molti si accodano al leader se questo non gli racconta bugie troppo grandi; e che molti non riconoscono i profumi del vino, ovviamente!
Il vino come metafora della vita…

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