Il mio triangolo

Il mio “triangolo delle bermude” si trova sulle colline novaresi, intorno a Mezzomerico. Lì, ogni volta che ci vado, mi perdo. Incredibile, ma è così. Appena parto da casa, ripasso nei ricordi la strada da fare. Mi impegno, “ecco –dico- dove ho sbagliato quella volta… qui devo svoltare… là è la direzione giusta”. Eppure ogni volta mi perdo. Sbuco nei luoghi più strani, paesini mai visti, nessuno a cui chiedere… E poi ricordi, nervoso: “ecco, qui mi sono perso un’altra volta… sono spuntato ancora nello stesso posto di quella volta… perché non mettono dei cartelli più adatti?”. Ci vorrebbe un satellitare; ma anche quando l’avrò, cercherò di cavarmela da solo. Questione di principio. Anche se per ora l’ha avuta vinta lui: il mio, privato, privatissimo “triangolo delle bermude”. Continuerò ad incaponirmi per cercare di vincere gli strani influssi (magnetici? magici? energetici?…) che mi fanno perdere in quell’angolo del Piemonte fra campi di granoturco, villette, ristoranti di campagna, paeselli desertici, vigneti… Sì, perché la ragione per cui vado ogni tanto a Mezzomerico è il vino: a Suno c’è Brigatti, a Bogogno c’è Ca’ Nova e a Mezzomerico c’è il Roccolo. Ottime, piccole aziende… E poi a Mezzomerico c’è L’Osteria Elena per cui ho seguito la carta dei vini. Ed è proprio lì, per discutere un’integrazione di vini rossi, che sono andato nei giorni scorsi. Mi sono perso e sono arrivato in ritardo di mezz’ora, percorrendo strade che non mi sembrava di aver mai visto. L’ho trovata per caso. A L’Osteria Elena abbiamo poi assaggiato salumi, formaggi e dei dolci creativi che lo chef si diverte a fare (e a far provare). Abbiamo aperto, fra l’altro, un Nebbiolo Colline Novaresi doc di Ca’ Nova, del 2005, 13°, sei mesi in botte grande. Non era molto profumato: sapeva di alcool, di frutta rossa, di legno dolce. In bocca era meglio: corposo, asciutto, equilibrato, gustoso, fresco… si faceva bere ed attirava il salame e gli affettati con un magnetismo eccezionale… Ma non era un altro, misterioso, “triangolo delle bermude”. Bensì il conosciuto, consolidato rapporto che lega i vini tradizionali piemontesi ai sapori semplici e decisi di formaggi e salumi.
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