I Cuochi Ignoranti

Sono alcuni anni che osservo gli aspiranti cuochi, i futuri “chef” come si dice oggi, e mi ha sempre colpito la grande ignoranza di molti e la grande intelligenza di pochi. Quando li guardo a scuola, vedo dei ragazzotti un po’ grossier, guasconi, refrattari alla cultura astratta (a vivere vite altrui, direi; a immaginarsi in ruoli altrui, anche), distratti, illetterati… che se va bene saranno degli ottimi imitatori: se avranno ottimi maestri, tenacia, perseveranza, voglia di sacrificarsi… molti abbandonano, molti si relegano in ruoli minori, molti provano altro…; qualcuno lo immagino capace di tirarsi fuori dalle secche del suo intelletto pigro e limitato; altri, lo so già, andranno per altre strade: università, carriere altre… non so, ma sono volonterosi, sgrossati, preparati, intelligenti… se sbagliano le prime esperienze e finiscono nelle cucine di qualche nevrotico o peggio già li sento dire: “ma chi me lo fa fare?”.

Il fatto è che fare il cuoco, lo chef, è mestiere complicato: a lui spettano la gestione dell’igiene propria ed altrui, della dispensa, dei costi, del personale, delle richieste legittime ed illegittime dei clienti; lui ci mette la faccia e dovrebbe saper parlare, magari bene e fluentemente; dovrebbe saper scrivere correttamente, anche poche righe; magari anche immaginarsi un locale, una cucina di successo in contesti diversi da casa sua… Tanta roba e in giro la maggioranza non sa essere, non può essere tutto ciò. I futuri chef, ora, non promettono bene. Dove attingeranno le conoscenze necessarie? Dai libri che non sanno neppure usare? Dai colloqui che non sanno tenere? Oppure pensano che il cellulare gli infonderà sapienza con un magico tocco?

I cuochi anziani sono un po’ come il Daniele che anni di gavetta hanno reso assai esperto: sa fare una sacco di cose, ma non ne sa spiegare nessuna; quelli più giovani sono sulla cresta dell’onda e un po’ di comunicazione e cultura la debbono masticare. Oppure si affidano alla fidanzata-moglie o a un costoso consulente esterno. Ma nonostante il momento di gloria, la concorrenza serrata relega molti di nell’ombra. Per emergere ci vorrebbero idee, capacità, intelligenza (cioè, rendere in pratica la teoria, la cultura).

A volte penso che il mestiere di un ottimo cuoco dovrebbe iniziare dopo il diploma. Ma non necessariamente in una scuola alberghiera. Me li immagino diplomati, bene, al liceo.

 

Visite: 1959

One thought on “I Cuochi Ignoranti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *