Freddo, fumo e vini rovinati..

C'è un modo di dire locale, “fum, frec e fam” (fumo, freddo e fame), che indica una situazione non proprio felice. Ci pensavo l'altra sera, a Ghemme. Dove, su invito di Pierino, sono andato ad una cena – degustazione. Si sarebbe dovuta tenere lungo i vicoli del Ricetto, la storica fattoria fortificata. Però. Però pioveva, faceva freddo e dunque ci siamo rifugiati in un ampio, antico scantinato a volte, molto bello, che funge da deposito di mobili antichi e in stile. Una trentina i presenti. Organizzazione Onav novarese. Nella bella cantina abbiamo assaggiato una lunga teoria di formaggi e salumi e miele e dolci e uno stufato d'asino assai gustoso… in abbinamento quattro vini: un bianco colline novaresi doc da uve erbaluce in purezza, annata 2009, 14°, produzione di Arlunno Maria. La signora in questione non c'era. In compenso c'era il fumo del camino, grande, acceso per scaldare. Dunque, i lievi profumi del bianco novarese erano tutti affumicati. In bocca, invece, era proprio lui: magro, fresco, gusti di frutta acerba, fiori… lui. Secondo vino, la barbera colline novaresi rosso doc di Platinetti. Annata 2007, 14°. Lui era davanti a me, a tavola. E mi guardava con curiosità, mentre scrivevo. Come era il vino? Buono nel suo genere: sotto il fumo si sentiva un che di vinoso, di frutta rossa ed alcol. In bocca era subito fresco, poi dolce-morbido (di alcol e non di zuccheri) e ancora fresco. Un che di acetico sul finale del naso. Non male. Poi è stato il turno di due ghemme docg: il primo era un 2006 di Mazzoni (seduto davanti a me, due posti sulla destra) e il secondo un ghemme docg di Ca' Nova del 2004 (Giada era seduta davanti a me, un posto a sinistra). Mi guardavano entrambi, dileggiandomi (ma che scrivi? Ma cosa pensi?). Cosa pensavo e cosa scrivevo? Che il fumo del camino era al massimo e non sentivo nulla, se non un che di resinoso nel primo e un che di ciliegia nel secondo… nulla e anche odori strani. Platinetti, vede le mie smorfie e capisce: “i bicchieri sapevano di cartone”, dice. Puoi capire: fumo e bicchieri odorosi… che combine! Degustazione rovinata. In bocca, per chiudere, il primo era fresco, allappante, giovane, corposo… asciutto, fresco, alcolico il secondo. Sono già vini particolari, ma maltrattati danno il peggio. Da riassaggiare. Morale della serata? Che Ghemme è un paese sorprendente, con angoli nascosti eccezionali, da vivere; che un'iniziativa del genere, altrove, forse avrebbe avuto più seguito (qui soprattutto organizzatori e produttori); che i vini sono prodotti delicati, da trattare con tante cure. Almeno in degustazione; che Pierino è un amico; che lo stufato d'asino è buono, ma se si esagera “scalcia” nello stomaco ancora il mattino dopo…

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