Il vassoio con due mani

Sono stato a mangiare due sere fa alle Fonderie Ozanam di Torino, locale ricavato nell’omonimo stabile industriale ormai dismesso. Lo volle ad inizio novecento un ricco imprenditore ed ha la forma di una prua di nave. Oggi è un centro sociale vivace e colorato in un quartiere un po’ addormentato e trascurato. Sul tetto ci sono spazi per l’aperitivo vista sui tetti ed un orto ad uso del ristorante bar proprio sotto. Poi ci sono spazi da utilizzare e condividere. E poi si mangia.

Il locale è ben arredato in stile vintage. Tanti oggetti vecchi, quasi nobilitati. I cibi semplici, con un po’ di esotico. Io ho mangiato un pollo tanduri, buono, una focaccia ben fatta. Vino della casa non male. Quello che colpiva male, però, era il servizio. Era tutto molto lento. Le cameriere portavano due piatti per volta e tornavano indietro a mani vuote; ad un certo punto sono usciti i cuochi a servire; una ragazza (un’ospite?) con un vestitino assai generoso ad un certo punto si è messa a portare i vassoi del bere, ma con due mani. Una regola d’oro che insegnano a scuola è che si deve portare con una sola mano; l’altra deve essere libera: un ostacolo improvviso, un cliente che si muove, un bambino… si porta con una mano sola.

Ecco, pensavo, il bel locale, la cucina discreta… tutto rovinato da un servizio pressapochista.

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