Ferragosto al Ristorante

I ristoranti chiudono? Forse sono troppi…

Leggo sui giornali la notizia che in Italia hanno chiuso 9mila ristoranti, fra alti e bassi. Non è una notizia sconvolgente; girano meno soldi e questa è la regina della cause. Ma non è la sola, a mio giudizio. Mi guardo intorno e vedo ristoranti che fanno la concorrenza ai circoli con menù a 9 – 10 euro; pizzerie che imitano la buona ristorazione, ma con altro servizio; ristoranti stellati che arrancano fra nuovi competitor e diminuzione della clientela; disoccupati che si inventano baristi e ristoratori; mancanza di professionalità e buon senso… Una situazione direbbero “fluida”, in cui i confini fra le tradizionali tipologie di ristorazione sono meno netti; in cui sono diminuiti i ricarichi (quello sui vini, per forza); in cui si mangia ovunque: bar, circoli privati (che tali non sono), mense aziendali (aperte a molti), panetterie, negozi con mescita; in cui la proposta è monotona e non in linea con i desiderata; in cui la burocrazia è ingombrante e spesso senza senso (il cartello sul bancone: “qui non si servono vini a meno di 10°?”); in cui ci sono troppi locali per l’attuale domanda.

Nella mia città, per esempio, hanno chiuso parecchi locali che non sono più stati riaperti. Morti, direi. Difficile da far risorgere. Ma per ogni chiusura ci sono delle risposte plausibili: uno non aveva parcheggio e non era neppure nel centro città; un altro sorgeva in un edificio improponibile e vi si accedeva da un parcheggio sotterraneo abbandonato a sé, su per scale orride e mal tenute (roba a film horror); uno era una mensa per operai che non lavorano più; un altro non aveva identità gastronomica (tradizionale? moderno? cosa?); altri due erano gestiti male e hanno lasciato pessimo ricordo di sé… certo che se nella mia città ci fosse più lavoro ci sarebbe più gente e più gente andrebbe al ristorante e forse anche questi sarebbero sopravvissuti. Ma tant’è: quando c’è crisi si salvano i migliori. Una naturale selezione, mi verrebbe da dire. Mi chiedo, per esempio, se sopravviverà quel ristorante che ieri, Ferragosto, non ha voluto un mio amico e me, rei di non aver prenotato il menù a prezzo fisso ferragostano. Possibile che il cuoco non fosse capace di aggiungere due ospiti? O avevano i prodotti contati? Non erano capaci di inventare altro? Eppure avevano tavoli liberi… Il lavoro si prende quando c’è, direbbe un mio amico. Loro, invece, no, non la pensano così. Il ristorante successivo, non ci ha pensato due volte e ci ha trovato un tavolo, aggiustato un menù e trattato da signori… Noi, in cambio, gli abbiamo lasciato una sessantina di euro. Non male, direi, né per lui né per noi…

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