Esplorazioni od implosioni?

Annoiato dalla solita routine, entro nella mia Lidl (cioè quella del mio paesello) e mi avventuro a comprare un mazzo di bottiglie di vino curiose: colorate, piene di scritte in corpo quattro, decorate da grafie in lingue varie (fra cui, guarda un po’, anche l’italiano… ma anche il greco, il cirillico), col tappo a vite (lo stelvin che piace ad Andrea), di ogni provenienza… Imbottigliate in Germania da una sigla di difficile comprensione (anche qui la “spectre”?). Alcuni fanno parte di una serie assai economica (non più di tre euro la bottiglia) targata “World Wine Collection”. La fine del loro viaggio mondiale (con gran dispendio di energia, direi) è lì, sul mobile della mia cucina. Le sto aprendo, piano piano; le sto assaggiando tutte.

Primo della serie uno Chenin Blanc Western Cape del 2007, Wine of South Africa, 13°. Bottiglia con tappo a vite, bordolese in vetro trasparente; due etichette e scritte in quattro lingue: italiano, spagnolo, portoghese e tedesco. Imbottigluato in Germania, ovvio. Al naso non regala grandi profumi: un che di dolciastro, quasi lattoso; ma poi esce un poco di frutta matura, un che di erbaceo. Non male. Delude però in bocca, perché è assai fresco, l’alcool brucia e ciò sembra contrastare la struttura che si sente, sbattendo la lingua sul palato. In bocca si sente soprattutto l’acool e un che di amarognolo sul finale, non sgradevole però. Solo da annotare. Vinello, ma dalla vita avventurosa: chissà che storia mi potrebbe raccontare, se solo me lo facessero “leggere”? Chissà? Volete un voto? Sei…

Secondo, il Cabernet Sauvignon Cimarosa Valle Central 2008 Chile, 13°. Un bel rosso in vetro borgognotto, dai profumi di composta di amarene, legnoso (dentro o fuori?), vaniglioso… in bocca bruciante, corposo, poco persistente… amarognolo sul finale… sufficiente pure lui. Anche lui, chissà che storia? O forse no?! E un vino senza storia è poi così buono?

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One thought on “Esplorazioni od implosioni?

  1. Ieri, al corso della birra che sto seguendo, il docente davide Bertinotti, ha parlato di “equilibrio” fra profumo, gusto e corpo della birra… per definirne la qualità, la piacevolezza. Vale lo stesso per il vino, per questi vini poco equilibrati; per questi vini mondializzati, senza storia nè anima. Solo prezzo. Triste, tristi…

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