Ecologia a Video Clip

Si tratta di un’ecologia, di un “agricivismo” da video clip quello espresso dalla pellicola “God Save the Green” (It., 2013). Docufilm dei bolognesi Mellara e Rossi. Pellicola che io ho visto in una bella serata d’estate, luminosa da luna piena e con nuvole che correvano alte sopra di noi, donandoci alcune gocce di pioggia. Eravamo in un cinema all’aperto ricavato nell’enorme aia di una grande fattoria veneta, Ca’ Corniani. E abbiamo visto.

Il film mi ha sorpreso perché non esplicitava linee di pensiero, non si rifaceva ad alcun centro culturale contemporaneo (ma i registi lo sanno cosa fa Slow Food?), non conduceva per mano in alcuna direzione. Un po’ conduceva, vero, ma attraverso musica ed immagini. Era implicito, suggeriva, lasciava dei sassi sul sentiero: immagini, musiche, luci, viaggi… Quasi come in un video clip, in cui sono le emozioni e i sentimenti a fare la differenza, a suggerire. Più linguaggio poetico che in prosa.

E di che si parlava? Della “rivoluzione silenziosa degli orti” di cui ho già parlato. Del movimento mondiale che vede sempre più persone produrre parte del proprio cibo: semplici cittadini, chef, comunità, minoranze. Una riappropriazione necessaria, salvifica nelle città del terzo mondo; bella, poetica e comunitaria nel primo. Non ci sono solo patate e insalate, però, ma anche fiori e piante aromatiche che piccoli gruppi fanno germinare nelle aiuole abbandonate, sui tetti, negli spazi abbandonati dalle continue modifiche urbane. Vere e proprie terre di nessuno in cui si produce, si condividono cibo e bellezza.

Un film da vedere, un grande video clip poetico con citazioni retoriche, antiche da “L’anno del giardiniere” di Karel Capek. Un prosatore ottocentesco a cui si sono ispirati questi moderni registi poetici. Postmoderno.

Visite: 851

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *