Dedicato a Luigi

SANCARLONELuigi Patrone è stato il primo ad appassionarmi di vino. Apriva le bottiglie con grande capacità, beveva con piacere, raccontava storie di vino. Faceva, fa il professore di sala bar ad Arona, ma ha un passato di maitre e di cameriere in giro pr il mondo. Lo vedo poco, purtroppo. Ma la sua presenza aleggia.. aleggiava anche sabato scorso, quando al Vinitaly mi sono fermato allo stand della Cantalupo di Ghemme. Alberto e sua moglie mi hanno offerto uno spazio tranquillo nel caos veronese; uno spazio in cui, fra citazioni e battute sul dialetto novarese ("tarlucc", cosa vuol dire?), fra battute di Alberto sui sassi curiosi che adornavano lo stand (frutto della morena delle colline novaresi) e i richiami alla preistoria… dicevo, in mezzo a tutto ciò mi hanno chiesto se volessi assaggiare uno dei loro vini. Ci ho pensato un po’ ed ecco -come una presenza- mi è venuto in mente Luigi che ama molto i loro vini. Mi ricordavo del Carolus, il loro bianco, un mix di erbaluce novarese (greco, come si dice anche), arneis (35%) e chardonnay (5%). Un vino, annata 2008, non ancora in commercio, che al naso ricorda qualcosa di dolce, frutta molto matura direi. In bocca è equilibrato, con la dolcezza che ben si integra con la freschezza di base. Quella freschezza che fa dei vini ricavati solo da erbaluce dotati di grande acidità. Ma qui no, il mix smorza. Dona sapore e dolcezza. Purtroppo oggi la bottiglia è anonima, ma ai tempi delle mie bevute con Luigi adornava l’etichetta la mano benedicente del Sancarlone di Arona, la mano di San Carlo Borromeo a cui il vino è dedicato. Allora si rideva: una santo così magro, penitente, ascetico… e un vino così piacevole, così terreno, così facile in aperitivi ricchi e merende in compagnia. Così poco ascetico, così poco "turlucc"…

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