Come un doblone

Come un doblone. Per settimane ho tenuto nell’agenda la capsula schiacciata di quel vino. La parte tagliata, tonda e dorata. Ed ogni volta che cadeva m’affrettavo a raccoglierla. Da lontano sembrava una moneta d’oro. Un doblone antico. Qualcuno me l’ha anche detto: “ma cosa è quello?”. Rimanendo un po’ sorpreso da quest’uomo che tiene pezzi di banda stagnata fra le pagine di un’agenda tascabile. Ma, in realtà, ho conservato (e conservo) ancora i resti della capsula di un grande vino che ci ha sorpreso assai questa estate. Una sera d’estate e d’amicizia. Il vino è arrivato in braccio all’Innominabile. Ritrovato nel suo “maelstronesco” magazzino. Si trattava di un moscatello di montalcino Pascena 1991, Tenuta Col d’Orcia, 11,5°.  Una bordolese stretta, alta ed elegante. Come si conveniva al vino. Al naso si sentiva dell’albicocca passita, secca (tipo quelle che ho visto aranciare i tetti di Turchia), poi frutta candita… un bouquet elegante, ricco, esotico, mediterraneo… Ed era del 1991! Un vino di oltre 18 anni che ci ha sorpreso anche in bocca con una nota fresca che ben bilanciava il dolce complessivo. Ottimo. Eros ne ha bevuto più bicchieri e poi, non convinto, a chiesto a più riprese se l’Innominabile ne avesse ancora. No, purtroppo. Come i resti di un antico tesoro trovati su una spiaggia, dopo la mareggiata, quell’unica bottiglia è arrivata a noi. Preziosa come un doblone antico.Come un doblone
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