Colazione da Orto

Forse l’Orto sarà davvero la “rivoluzione pacifica” preannunciata da Carlin Petrini (e di cui vi parlo in un altro post); per ora e per me è una piacevole abitudine: ogni sera vado nell’orto e raccolgo la frutta di stagione: ho iniziato con le fragole e le ciliegie e le amarene, poi i lamponi e l’uva spina: poi arriveranno le prugne, fra poco, e poi le pesche (poche quest’anno). E infine l’uva, le mele, le castagne, le nocciole, i fichi e i cachi. I kiwi per ultimi, farà già freddo. Li raccoglierò un po’ indietro e li metterò in cantina con le mele e i cachi. La frutta la mangio per colazione con lo yogurt, ogni mattina. Quando è tanta la ritiro cotta o snocciolata in freezer. La frutta cotta non mi piace, ma la spaccio volentieri. Meglio la marmellata, con poco zucchero, e la frutta secca… Quando l’inverno elimina le mie scorte, compro delle mele. A volte buone a volte meno. Qualche banana, mai buona. Non concepisco il consumo di frutta che non sia di stagione: non compro fragole fuori stagione, né ciliegie… mi sembra un’eresia. Certo, voi direte: hai l’orto perché hai la terra per averlo. Vero, ma sono circondato da villette dai prati all’inglese e alberi decorativi. Scelte, direi. Forse un pezzo della “rivoluzione silenziosa” preannunciata da Slow Food.

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