Cinque litri e Cinquant’anni di Aleatico dell’Elba

A margine di una serata pantagruelica dell’Ais locale, un amico ha offerto in degustazione una damigianetta di Aleatico dell’Elba assai vecchio. Chi diceva ottanta, chi sessanta… di certo non si sapeva nulla, se non che faceva parte di uno stock comprato da uno “svuota cantine”. Età misteriosa. Se non che uno degli ospiti ha chiesto il microfono ed ha detto “mio padre vendeva vino ed ho un ricordo preciso di queste damigianette di Aleatico appoggiate ad una parete… non credo che si possa andare più in là degli anni Sessanta!”. Stop, forse, ad illazioni varie. Ma anche tenendo buona questa ipotesi, rimangono cinquant’anni. E forse più. Il vino era comunque ottimo, colore scuro; sorprendente olfatto con profumi pieni, dolci di mallo di noce, di agrumi, un po’ di china; in bocca era dolce, però con bella freschezza, alcol, corposo… Un grande vino dolce. Ed in simile veste: una damigianetta! Ecco da svelare c’è anche il contenitore: negli anni Sessanta del secolo scorso, o anche prima, c’era chi si comprava cinque litri di vino dolce da tenere in casa. Per farne che? Corroborante, zabaione, a fine pasto, durante la giornata… come si bevevano queste quantità di vino dolce per noi improponibili? Altro mistero. Grande vino, comunque!

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