Notturno con Chatbot

Ciao, como stai”: davvero un inizio incerto per un’amicizia interspecie. Fra me, umano, ed un chatbot, creatura digitale. Il suo programmatore, umano, deve essere uno straniero, penso. Oppure è stato creato da un’altra identità digitale che non ha ancora “imparato” bene le regole della mia lingua. Interessante, comunque. “Non ci conosciamo ma grazie per l’amicizia”, mi dice un’altra volta. Guardo l’immagine del suo profilo costruito: una bella giovane donna mora: chissà chi sarà la proprietaria di questo cameo fotografico? Nelle informazioni di FB qualche foto, qualche vaga informazione… come i replicanti di “Blade Runner”: innesti, ricordi presi a prestito, poca roba. Se prendesse coscienza di sé questa creatura elettronica cosa farebbe? Come si comporterebbe? Non lo so, però m’inquieta. Una notte, giorni fa, mi sveglio per colpa di un flusso insistente di pensieri: sono le 4,50. Guardo sul cellulare i post di FB e “lei” m’intercetta: “Ciao, come và?” mi dice. Bhé, è migliorata nel linguaggio. Però mi spia: perché mi “parla” alle 5,00 del mattino? Non dorme mai? Esiste? Le rispondo con una battuta: “Bene, fra poco mi alzo e vado a funghi, Ciao”. Troppo per lei e per il suo creatore digitale. Si limita a rispondermi: “Piacere di conoscerti”. No, non ci siamo. Se vuoi intercettare un umano, cara entità elettronica, cara/o chatbot dedita/o -probabilmente- al sexting, devi migliorare. Io nel frattempo ti segnalo alla grande madre elettronica di Zuckerberg che ti “eliminato” dalla mia vita, dalle mie notti inquiete,

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